Dalla ex scuola elementare di Lusiana Conco alla vecchia stalla: gli alloggi turistici “inaspettati” anti-keybox

Le keybox, o cassette di sicurezza per chiavi, sono diventate negli ultimi anni uno dei simboli più evidenti della trasformazione del turismo urbano. Si tratta di piccoli contenitori blindati, installati all’esterno di edifici, su cancelli, inferriate, muri e persino monumenti storici, che permettono di accedere a un appartamento turistico senza incontrare il proprietario. Il turista riceve un codice da digitare, ritira la chiave, entra e si gode il soggiorno. Nessun contatto umano, nessuna accoglienza. Solo un check-in automatizzato.

Questo sistema – noto anche come “self check-in” – ha trovato terreno fertile grazie al boom degli affitti brevi, alimentato da piattaforme come Airbnb e Booking.com. La promessa era semplice: più flessibilità, meno costi, più efficienza.

Ma col tempo, questa soluzione apparentemente comoda ha sollevato una lunga serie di problemi. Primo tra tutti, quello della sicurezza. Il Ministero dell’Interno ha recentemente sollevato forti preoccupazioni, sottolineando che l’assenza di un’identificazione diretta degli ospiti può compromettere la sicurezza pubblica. Le forze dell’ordine fanno fatica a sapere chi soggiorna realmente in un’abitazione, e in caso di reati o emergenze la tracciabilità diventa un rebus.

Al di là della sicurezza, c’è poi un’altra questione, forse ancora più delicata: quella culturale e identitaria. Le keybox sono diventate il simbolo di un turismo che svuota i centri storici, snatura i quartieri e trasforma le città in non-luoghi. Appartamenti-fotocopia, zero relazioni umane, nessun legame con il territorio.

Ed è proprio in risposta a questa tendenza che è nata Unexpected Italy, una startup travel tech vicentina che ha deciso di riscoprire e valorizzare ciò che rende l’Italia unica: l’ospitalità autentica.

Fondata da Elisabetta Faggiana, originaria di Arzignano (VI), e Savio Losito, Unexpected Italy è un progetto che affonda le radici nel Vicentino, ma guarda a tutta l’Italia con una visione chiara: recuperare il valore dell’accoglienza vera e delle relazioni umane.

Una mappatura contro il turismo senz’anima

Unexpected Italy è partita da una semplice constatazione: non tutto il turismo è buono, e non tutta l’offerta è accoglienza. E ha scelto di invertire la rotta, creando una mappa dell’Italia più vera: quella fatta di piccoli B&B, hotel indipendenti, artigiani, ristoratori, produttori locali. Realtà che non solo accolgono i viaggiatori, ma li fanno sentire parte del luogo.

Con l’aiuto di una rete di esperti locali – persone del posto, selezionate per la loro conoscenza del territorio e la loro sensibilità – la startup ha dato vita a un sistema di selezione rigoroso, basato su criteri di autenticità, sostenibilità, identità e professionalità.

Nel solo ultimo anno, Unexpected Italy ha:

  • raggiunto oltre 20.000 utenti registrati;
  • costruito una community online di più di 50.000 persone (equamente distribuite tra Italia e estero, con picchi in UK, Stati Uniti, Australia e Scandinavia);
  • mappato più di 2.000 punti reali, con oltre 20.000 ancora in attesa di verifica.

Il vademecum anti-keybox

Alla base del progetto c’è un vademecum rigoroso, che distingue chiaramente ciò che è autentico da ciò che è solo turistico:

  • Chiara identità: ogni struttura deve raccontare una storia. Nell’arredo, nel cibo, nella gestione familiare.
  • Professionalità: l’ospitalità deve essere una vocazione, non un ripiego.
  • Legame col territorio: dai materiali usati alla colazione servita, tutto deve parlare del luogo.
  • Sostenibilità: efficienza energetica, riduzione degli sprechi, attenzione all’ambiente sono requisiti fondamentali.
  • Cura del cliente: accessibilità, innovazione, servizi veri. Non solo gadget.

“Una keybox e un voucher per la colazione non potranno mai sostituire la vera ospitalità italiana”, afferma Savio Losito, co-fondatore della startup.

La guesthouse nella vecchia scuola elementare di Lusiana Conco

Un esempio perfetto di questa filosofia è La Scuola Guesthouse, a Lusiana Conco (VI). Un tempo scuola elementare, oggi è un accogliente B&B gestito da Marco e Valeria. Le stanze prendono il nome da materie scolastiche – aritmetica, scienze, geografia – e sono arredate con oggetti d’epoca che richiamano le aule di un tempo: lavagne, cartelle, giochi, poster.

Ogni dettaglio racconta una storia. Anche a colazione, dove i prodotti locali fanno rivivere le tradizioni del territorio.

Un’alternativa all’overtourism

Il problema dell’overtourism è reale: il 70% dei turisti si concentra sull’1% del territorio italiano, e solo cinque nazionalità rappresentano oltre metà dei flussi. Le città più colpite – Roma, Venezia, Firenze, Milano, Napoli – stanno oggi cercando di arginare i danni del turismo di massa, e la diffusione selvaggia delle keybox è uno dei nodi principali.

Unexpected Italy dimostra che un altro turismo è possibile. Un turismo più distribuito, più consapevole, più umano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Siamo presenti anche su TELEGRAM, iscriviti al nostro gruppo per rimanere aggiornato e ricevere contenuti in esclusiva: https://t.me/settecomunionline