Negli ultimi vent’anni, il modello dell’albergo diffuso si è affermato come una delle risposte più intelligenti e sostenibili alla crisi dell’ospitalità nei piccoli borghi italiani. Non una semplice formula ricettiva, ma un vero e proprio progetto di rigenerazione territoriale. A fare scuola sono alcuni casi emblematici che dimostrano come ospitalità e valorizzazione del patrimonio possano camminare insieme.
Sauris (Friuli Venezia Giulia): pionieri della rinascita
Nel cuore delle Dolomiti friulane, Sauris è stato uno dei primissimi esempi di albergo diffuso in Italia. Qui, già dai primi anni Duemila, si è iniziato a trasformare le antiche case in legno in alloggi per turisti, senza alterare l’equilibrio architettonico del borgo. Il risultato è un’accoglienza immersiva, dove gli ospiti vivono realmente “come un abitante”, integrandosi con il ritmo lento e autentico della comunità locale.
Santo Stefano di Sessanio (Abruzzo): il fascino della pietra e del silenzio
Un altro modello che ha fatto scuola è quello di Santo Stefano di Sessanio, borgo medievale nel Parco del Gran Sasso. Grazie all’intuizione dell’imprenditore Daniele Kihlgren, le abitazioni in rovina sono state restaurate rispettando filologicamente ogni dettaglio. L’albergo diffuso qui non è solo un’offerta turistica: è un manifesto di slow tourism che ha attirato l’attenzione internazionale. Il tutto senza compromessi: niente TV, né spa, solo pareti in pietra, tessuti grezzi e il respiro della storia.
Borgotufi (Molise): una scommessa vinta
Nel minuscolo borgo di Castel del Giudice, in Alto Molise, un sindaco lungimirante e una cooperativa di cittadini hanno dato vita al progetto Borgotufi. Case abbandonate sono state trasformate in suite, spazi comuni sono diventati centri culturali e persino un’antica scuola è rinata come ristorante e centro benessere. Il tutto con il coinvolgimento diretto degli abitanti, in un esempio virtuoso di economia circolare che ha invertito la tendenza allo spopolamento.
Matera (Basilicata): dai Sassi all’eccellenza
Infine, Matera, la città dei Sassi, oggi simbolo del turismo esperienziale nel Sud Italia. Qui l’albergo diffuso assume una forma unica: le abitazioni scavate nella roccia diventano camere d’albergo di charme, dove ogni dettaglio è pensato per coniugare comfort contemporaneo e memoria storica. Non a caso, molte delle strutture nate in questo contesto hanno ricevuto premi internazionali per l’innovazione e la qualità dell’accoglienza.
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