Camporovere, condannati i fratelli rinviati a giudizio per il pestaggio delle guardie zoofile

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Era il 16 gennaio del 2021 quando le guardie zoofile dell’ENPA intervenivano a Camporovere per una segnalazione riguardante il maltrattamento di alcuni animali. Un intervento che è stato trattato dalle cronache locali per il suo esito all’insegna della violenza e per i quali sono stati rinviati a giudizio i quattro fratelli Vescovi.

Si chiude con le sentenze pubblicate l’iter processuale che prevede pene per tre dei quattro fratelli coinvolti. Alberto Vescovi, già noto alle forze dell’ordine per altri casi di violenza, è stato condannato a due anni di reclusione e 800 euro di multa, oltre al pagamento delle spese legali. Sono stati invece condannati a un anno e dieci mesi di reclusione e 800 euro di multa, oltre al pagamento delle spese legali, i due fratelli Silvia e Fabio. La posizione del quarto fratello, Tiziano Vescovi, è stata momentaneamente stralciata in quanto non avrebbe partecipato attivamente al pestaggio.

Il primo intervento

Il precedente risale alla metà del 2019, quando due guardie zoofile intervennero a Camporovere a seguito di una segnalazione per verificare le condizione di un cane, un’anziana femmina meticcia di taglia grande lasciata in condizioni pessime, come raccontano gli agenti, legata a catena corta e sistemata in una casetta fatiscente non riparata dal sole, lontana da tutti e sola. Allora il proprietario, Alberto Vescovi, nonostante le rimostranze, accettò di seguire le indicazioni delle guardie.

Dopo due settimane però, poiché la situazione persisteva, le due guardie procedettero al sequestro dell’animale. Ciò non fu possibile a causa dell’intervento del proprietario che, spintonando la guardia donna e urlando “Mi hanno detto che non potete fare niente, siete solo degli animalisti!”, trascinò il cane per la catena e la gettò in un furgone. “Fu un atto deliberato che di fatto interruppe un sequestro penale in atto da parte di agenti di polizia giudiziaria – commenta Renzo Rizzi, ispettore regionale delle guardie ENPA – Ciò fece scattare nei confronti di Vescovi l’immediata denuncia per resistenza con le aggravanti riguardanti il maltrattamento della cagna.”

L’aggressione dei fratelli Vescovi

Una scena che si ripetè, con la complicità dei tre fratelli di Vescovi, nel 2021 quando tre guardie dell’ENPA intervennero per evadere una segnalazione che riguardava quattro cani tenuti a catena nella frazione di Camporovere. Le guardie, riscontrata la veridicità della condizione dei cani, cercarono di avvisare il proprietario, lo stesso Alberto Vescovi, che però le sorprese brandendo una pala da neve come arma contundente, con la quale colpì una delle guardie.

Durante la colluttazione un’altra guardia reagì somministrando a Vescovi una dose di spray al peperoncino per farlo desistere da ulteriori aggressioni. Questo consentì agli agenti di allontanarsi, pur cercando di instaurare un dialogo, ma Vescovi liberò i cani di grossa taglia, aizzandoli contro le guardie.

Una volta recuperati e messi in sicurezza gli animali vaganti, che rappresentavano un pericolo per gli automobilisti, oltre che per se stessi, le guardie zoofile che si trovavano nella piazzetta del paese antistante la chiesa, furono nuovamente aggrediti da Vescovi, spalleggiato dai tre fratelli, “con l’intento di scatenare la rissa per cancellare le tracce e la documentazione della precedente aggressione – si legge nella nota dell’ente – Infatti Alberto Vescovi puntò direttamente alla guardia donna, dandole un pugno in faccia e rompendole gli occhiali, mentre la sorella Silvia, con un intervento fulmineo, sottrasse il cellulare alla guardia ENPA e lo lanciò in aria. Il fratello Alberto prese al volo il telefono, tentando dapprima di romperlo con le mani e poi, non riuscendo, calpestandolo più volte”.

“Poi il soggetto si diresse verso il capo pattuglia e, girandosi di spalle, gli diede due gomitate allo stomaco. I fratelli Silvia e Fabio Vescovi si avventarono sulla guardia ormai priva di sensi, assestando calci in più punti del corpo – racconta ancora Rizzi – Nel frattempo il fratello Tiziano riprese la scena, istigando le guardie a reagire per scatenare la rissa.”

Sul posto accorsero i Carabinieri e i Carabinieri Forestali, interpellati dalle guardie zoofile, ma al loro arrivo i Vescovi si erano dileguati. Dopo ben otto minuti di incoscienza il capo pattuglia riprese i sensi e, assieme al collega aggredito, furono condotti all’ospedale di Asiago.

“Fortunatamente dalla memoria del telefonino distrutto è stato possibile estrarre la maggioranza dei filmati registrati e accedere alle immagini. Un sincero grazie ai residenti presenti, che non hanno esitato a mettere a disposizione la propria testimonianza, dando una lezione di vita a queste persone, abituate a comportarsi da violenti e prevaricatori, ma che ora avranno il tempo di meditare sui propri errori”, commenta Renzo Rizzi, che prosegue – Ma soprattutto voglio ricordare l’aspetto più grave della vicenda: l’Altopiano continua a essere maglia nera sul maltrattamento dei nostri amici animali. Basti pensare ad esempio ai cani: ancora oggi quasi il trenta per cento di loro risulta tenuto a catena, vietata dal 2014, e solo negli ultimi mesi sono stati abbandonati quattro cani, mentre a due è stato sparato e tre sono stati avvelenati. Non è un buon biglietto da visita.”

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