Le famiglie vicentine spenderanno quest’anno 108 euro per il pranzo di Natale, che l’88% consumerà in casa propria o di parenti e amici, con una media di otto invitati. È quanto emerge dall’indagine Coldiretti/Ixe’ sul momento clou delle festività natalizie, che conferma la tendenza tradizionale a trascorrere l’appuntamento del 25 dicembre tra le mura domestiche e in famiglia.
Se il budget quest’anno è in leggera diminuzione rispetto al 2023 (-6%), la maggioranza relativa delle famiglie (30%) prevede di spendere tra 50 e 100 euro, mentre il 23% si spingerà fino a 150 euro, l’11% a 200 euro e il 4% arriverà a 300 euro (con un altro 4% che supererà tale cifra). Solo il 10% manterrà i costi sotto i 30 euro, il 13% tra 30 e 50 euro, mentre un 5% preferisce non fornire una risposta.
Chi preparerà il pranzo di Natale passerà in media 2,2 ore ai fornelli, in netto calo rispetto alla media degli anni precedenti, secondo Coldiretti/Ixe’.
Se la stragrande maggioranza degli italiani trascorrerà il pasto natalizio in casa, tra un 55% che resterà tra le proprie mura domestiche e un 33% che si recherà da amici e parenti, non manca un 9% che sceglierà un ristorante o un agriturismo, mentre il resto deciderà all’ultimo momento.
“Nelle scelte dei menu vince ancora una volta la tradizione – continua Coldiretti Vicenza –, dalla pasta fresca in brodo agli arrosti, mentre sul fronte dei dolci si registra una tendenza al fai da te in quasi la metà delle case (47%), dove si prepareranno i dolci della tradizione delle singole regioni. Nei calici, grande protagonista il prosecco, che non mancherà sulla gran parte delle tavole del Nordest, ma non solo”.
Nelle preferenze alimentari delle feste si registra comunque una netta tendenza “patriottica” con l’82% che sceglierà prodotti di origine nazionale, di cui un 30% si indirizzerà verso il cibo del territorio, mentre il restante 18% deciderà più in base al prezzo, secondo Coldiretti/Ixe’.
“Un fenomeno importante – conclude Coldiretti Vicenza – poiché acquistando Made in Italy si contribuisce a sostenere l’economia e il lavoro in un momento difficile per l’economia nazionale, considerando le guerre e le tensioni internazionali”.
c.s
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