Nelle scorse ore si è diffuso a macchia d’olio tramite il canale di messaggistica Whatsapp un avviso firmato dall’amministrazione comunale di Gallio che invitava a prestare attenzione a tre veicoli, descritti per colore e modello. Abbinate alla comunicazione, c’erano però anche tre schermate, tratte da un database utilizzato per la raccolta dati, che ritraevano le schede di tre soggetti con le relative foto e una serie di dati personali.
Si tratta naturalmente di una grave violazione della privacy e, una volta venuti in possesso del messaggio, abbiamo prontamente interpellato il Sindaco, che ha negato la paternità del comunicato così come divulgato. È seguita infatti nelle ore successive un’ulteriore comunicazione ufficiale da parte del Comune di Gallio che, sul proprio canale Telegram, ha precisato: “Il 20 dicembre scorso, l’Amministrazione comunale di Gallio ha pubblicato un avviso sul proprio canale Telegram per informare la popolazione della presenza di veicoli sospetti avvistati nel territorio comunale. L’avviso riportava solo il colore e il modello dei veicoli, senza indicare dati personali. Successivamente, per cause in corso di accertamento, il nostro avviso è stato manipolato da ignoti e associato a fotografie di tre soggetti, accompagnate dai loro dati personali. A seguito di questo episodio, abbiamo prontamente segnalato l’accaduto ai Carabinieri e, su loro suggerimento, provveduto a rimuovere l’avviso originale. Precisiamo che l’abbinamento tra il nostro avviso e i documenti fotografici non è stato effettuato dal Comune di Gallio. Ribadiamo quindi la nostra totale dissociazione dal messaggio manipolato che sta circolando. Ci riserviamo inoltre di presentare una denuncia contro ignoti per tutelare l’immagine dell’Amministrazione comunale”.
Le schermate con le foto dei tre soggetti ritratti nella comunicazione fasulla attribuita all’amministrazione erano peraltro circolate anche in precedenza, costituendo una violazione sì della privacy, ma anche di uno dei principi giuridici sui quali si fonda lo Stato Italiano: la presunzione di non colpevolezza, cui è dedicato l’articolo 27 della nostra Costituzione. Ogni soggetto, qualora risulti imputato, ha infatti diritto a un processo giusto ed equo, e prima della sentenza di condanna definitiva chiunque è da ritenersi innocente fino a prova contraria.
È necessario che tali previsioni di natura normativa siano rispettate anche in una comunità piccola come quella dell’Altopiano, perché potrebbe capitare a chiunque e per qualunque motivo di finire nell’occhio del ciclone. E la legge esiste per questo.
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