Lupo, la Provincia scrive al ministro Pichetto Fratin: “serve un piano di contenimento”

La misura è piena: la convivenza tra animali selvatici, uomo e relative attività produttive e turistiche nella provincia di Vicenza è gravemente compromessa.

Ad affermarlo è il presidente della Provincia Andrea Nardin, a nome anche dei sindaci vicentini nel cui territorio sono sempre più frequenti le predazioni ai danni di animali da allevamento e domestici.

187 predazioni ad oggi, a fronte del centinaio dello scorso anno. L’ultima è di ieri, a Laghi, dove è stato attaccato un asino. I lupi presenti nel vicentino sono circa 80, 7 i branchi accertati. L’ultimo avvistamento è di ieri a Brogliano. Le lupe potrebbero generare a breve fino a 6/7 cuccioli a testa.

“Un trend di crescita fuori controllo – dichiara Nardin – gli episodi di predazione sono continui e sempre più vicini alle abitazioni, con aggressioni non solo a mandrie in alpeggio, ma anche ad animali domestici e da cortile, anche in presenza di persone. La preoccupazione è tanta, i lupi hanno preso confidenza con gli spazi umani e si sono verificati, anche se non a Vicenza, attacchi a bambini. Un punto di non ritorno a cui non vogliamo e non dobbiamo arrivare. Bisogna ristabilire un equilibrio che permetta una convivenza pacifica.”

Così il presidente ha preso carta e penna e ha scritto al ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, oltre che, per conoscenza, alla Regione Veneto e agli onorevoli vicentini, per fare squadra e cercare una soluzione concreta alla crescita incontrollata del lupo.

Il monitoraggio del lupo è diventata una delle attività principali della Polizia Provinciale di Vicenza, guidata dal comandante Gianluigi Mazzucco in coordinamento con il vicepresidente Moreno Marsetti. Si seguono le tracce dei lupi, si fanno sopralluoghi nelle aziende che hanno subito aggressioni, si verificano le aree maggiormente interessate alla presenza dei lupi, per studiarne le abitudini e l’andamento demografico.

“La Polizia Provinciale di Vicenza può contare su personale esperto e professionale – spiega Marsetti – grazie a un lavoro di squadra abbiamo anche ottenuto l’autorizzazione ad utilizzare proiettili di gomma su alcune aree del vicentino per allontanare i lupi. Ma non è sufficiente. Stiamo lavorando con le associazioni di categoria e le associazioni venatorie per tutelare gli allevamenti e per cercare un equilibrio con il lupo che permetta la coesistenza. Il contenimento è l’unica via percorribile.”

L’eccessiva presenza dei lupi sta avendo conseguenze gravi sotto il profilo sociale ed economico. Dal punto di vista sociale, aumenta la percezione di insicurezza. Dal punto di vista economico, il fenomeno incide su due importanti fonti di reddito del territorio vicentino, quella turistica e quella agricola dell’allevamento. Quanto agli alpeggi, poi, la situazione è ormai diventata insostenibile per i gestori delle malghe, con il conseguente fenomeno di abbandono del territorio montano che si traduce in un aumento del rischio idrogeologico.

Come lo indica la lettera, che individua strategie strutturali e azioni a breve termine.

Le strategie strutturali sono:

  1. Coordinarsi con le rappresentanze territoriali in Europa e proseguire l’iter di declassamento della specie lupo a livello europeo, portandola da particolarmente protetto a protetto;
  2. Approvare il Piano lupo nazionale che miri alla gestione e al contenimento della specie;
  3. Individuare “l’indice di sopportabilità” per provincia, ossia un livello di presenza numerico della specie lupo oltre la quale non è possibile andare. Questo indice deve considerare diversi elementi, in particolare il numero di esemplari di lupo, l’estensione territoriale, il numero dei capi di bestiame allevati, il numero di malghe, il numero delle predazioni effettuate, il numero di attacchi e la frequenza degli attacchi;
  4. Approvare “Protocolli di intervento pre-autorizzati” per intervenire immediatamente attraverso il personale formato, aumentando efficienza ed efficacia degli interventi.

Nell’attesa del raggiungimento degli obiettivi di lungo periodo, le azioni da attivare nell’immediato sono:

  1. Politica fiscale agevolata per interventi sul patrimonio agro-silvo-pastorale nei comuni classificati montani;
  2. Supporto economico per i malghesi, quantificato in 10.800 euro a stagione d’alpeggio, come indicato nella DGR Veneto n. 1424 del 11 novembre 2022;
  3. Favorire interventi di dissuasione con proiettili di gomma per rieducare la specie ad allontanarsi da allevamenti e centri abitati, coinvolgendo anche altre figure debitamente formate, come cacciatori o allevatori.

C. stampa

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