Lupi: obiettivo zero predazioni. Intervista a Renato Semenzato

Per risolvere il problema dei lupi sono indispensabili informazione e prevenzione Intervista a Renato Semenzato, uno dei massimi esperti di fauna selvatica

“Si deve intervenire con una seria attività di informazione e con precisi interventi di prevenzione. Solo così si potrà lavorare in maniera efficace per ridurre e addirittura azzerare le predazioni del lupo sugli animali domestici.”

È questa la ricetta già messa in atto con successo dall’etologo Renato Semenzato, riferimento del progetto Life Wolf Alps, consulente per la Città Metropolitana di Torino, il Parco Nazionale delle Dolomiti Bellunesi e numerose associazioni venatorie.

Secondo Semenzato, che è anche vice direttore del master di II livello in Wildlife Management dell’Università di Padova, questa è la strada giusta per evitare le centinaia di predazioni e il considerevole esborso economico per gli indennizzi, sostenuti dalla Regione Veneto da oltre dieci anni, senza che all’orizzonte si intravedano soluzioni efficaci per porre fine alla mattanza.

Professor Semenzato, come ci si protegge dai lupi?

L’Italia è considerata un punto di riferimento a livello mondiale per gli studi sul lupo e le strategie utilizzate per la prevenzione sono un esempio di efficacia perfino negli USA. Gli stessi sistemi che oggi vengono utilizzati per prevenire le predazioni sono stati letteralmente copiati dai nostri fin dagli anni ‘70.

Cosa intende, concretamente, con la parola “prevenzione”?

Dobbiamo essere pratici e cercare di non cadere in tranelli emotivi e pensare che si possa risolvere un problema così complesso con la bacchetta magica o mettendo i radiocollari ai lupi.
L’Italia è il Paese dei campanili e ognuno, localmente, crede di avere la soluzione giusta, trovata magari rimanendo seduti in ufficio davanti a una scrivania. Prima di tutto prevenzione vuol dire stare accanto agli allevatori, malga per malga, località per località, conoscerne la gestione e le abitudini di allevamento, considerando che il lupo fa questo 24 ore su 24, per ragioni ovviamente opposte.
Quindi come si fa a difendere vacche, pecore e capre se non si conosce come vengono gestite? Ogni allevatore e ogni località hanno le loro caratteristiche particolari. Mentre il lupo lo sa benissimo e sfrutta ogni debolezza per predare.

Quindi reti elettriche e cani da guardiania funzionano?

Certo, come funzionano in USA, Slovenia, Germania, Turchia e in altri luoghi! Servono una meticolosa conoscenza del comportamento e della biologia del lupo e un uso adeguato e competente dei mezzi di prevenzione.
Questo approccio ha portato, per esempio, il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi ad avere un numero di predazioni uguale a zero nel 2023!

Perché sulle Dolomiti Bellunesi questi strumenti funzionano e altrove no?

Perché nel bellunese si è investito sulla formazione per prevenire le predazioni da dieci anni.
Le reti elettriche sono strumenti, non fini, sono dei mezzi per raggiungere uno scopo. L’obiettivo non è piantare le reti sul terreno e poi sperare che funzionino da sole. Questo è successo dove i lupi hanno potuto eludere le protezioni.
Un’automobile la puoi guidare certamente senza patente, ma al primo incrocio, se non conosci e rispetti il codice della strada, ti schianti.
Agli allevatori e ai pastori bisogna stare accanto per rendere puntuale ed efficace l’uso di questi strumenti, conoscendone bene le caratteristiche tecniche e le tipologie ambientali e del terreno dove saranno allestiti.
Gli allevatori devono svolgere il loro lavoro di produzione lattiero-caseario nella tranquillità e non diventare biologi esperti di lupi e di mezzi di prevenzione. Non è il loro lavoro!

E l’utilizzo dei cani da guardiania è una soluzione?

Negli anni ’80 fu identificato il mastino abruzzese come il cane più efficiente da usare contro i lupi.
Questi cani sono stati esportati in tutto il mondo dimostrando ovunque la loro innata efficacia. Anche da noi da qualche anno alcuni pastori stanno usando questi cani con grande efficienza ma questo purtroppo non fa notizia.
Sulle Alpi siamo molto esigenti e vorremmo la soluzione ai nostri problemi con i lupi con un semplice “click”, senza renderci conto che ormai sono dodici anni che i lupi hanno colonizzato ampie aree del Veneto, con i danni in continuo aumento.
Tornando ai bovini dell’Altopiano di Asiago che vengono uccisi, non si intravvede ancora una presa d’atto che molti di questi potrebbero essere risparmiati usando correttamente i recinti elettrici e i cani da guardiania, ma evidentemente qualcuno ancora spera nei miracoli.


Intervista tratta dal n.0 del quindicinale “I 7 comuni”, in questi giorni è disponibile in edicola il n.3.  LE ANTICIPAZIONI

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