Il futuro della casa di riposo di Roana resta al sicuro grazie alla nuova fondazione che verrà creata dalle amministrazioni comunali di Roana e Rotzo. Un’operazione che dovrà vedere la luce con il passaggio effettivo delle consegne entro il 30 giugno del 2025.
Il rischio era che, con l’imminente pensionamento di don Lino, l’istituto venisse inserito in un consorzio assieme alle altre tre case di riposo situate in provincia di Belluno, appartenenti alla diocesi di Padova, con una conseguente dispersione delle risorse umane in caso di necessità e il venire meno delle certezze per gli ospiti.
Dopo una lunga interlocuzione con la diocesi, le amministrazioni sono giunte a un accordo che dovrebbe prevedere un contratto di affitto che potrebbe riguardare il solo immobile o l’intera società, garantendo una continuità per almeno dodici anni. “Dal nostro punto di vista, è importante per noi che il trasferimento della gestione, per quanto riguarda sia i contratti in essere sia gli ospiti, sia meno traumatica possibile”, spiega Luigi Martello, Sindaco di Roana.
Il nuovo ente prevede la nomina del consiglio di amministrazione da parte dei soci fondatori, che dovrà interfacciarsi con la struttura esistente.
L’impegno economico minimo richiesto per l’operazione è di 30 mila euro, un rischio che le due amministrazioni comunali dovranno accollarsi per dare avvio alla fondazione. “Se non si fa unione nel vero senso della parola, il rischio è di vedersi sfilare dalle mani i beni del territorio senza nemmeno accorgersene”, ha concluso il Sindaco di Roana.
“L’impegno economico del comune ci sarà, secondo quanto concorderemo” – conferma il Sindaco di Rotzo, Lucio Spagnolo. “È un vero impegno per il nostro piccolo territorio perché il bilancio dei comuni di montagna, che sarà ulteriormente tagliato dallo Stato nei prossimi cinque anni, è sempre più risicato. Facciamo fatica a trovare la copertura necessaria, una cifra anche minima pesa sulle nostre casse. Se l’amministrazione fa questa scelta, è perché si tratta di un tema molto importante ed è fondamentale ragionare all’unisono sulle necessità del territorio. Voglio rassicurare comunque i cittadini: non si sta aprendo un debito per la comunità perché non saranno richiesti ulteriori impegni economici”.
Soddisfatti i dipendenti della casa di riposo, ai quali era stato garantito il mantenimento del posto di lavoro dai delegati del vescovo, ma preoccupati da una possibile perdita di identità della casa di riposo: “Don Lino ci ha insegnato l’attenzione per ogni ospite, con le sue peculiarità e necessità. Subito abbiamo chiesto cosa noi dipendenti potessimo fare per garantire continuità alla nostra realtà, perché sappiamo che è l’ambiente a fare la qualità dell’ente. E per noi la casa di riposo è come una famiglia”, commentano alcuni dipendenti di lunga data della casa di riposo.
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