Prosegue l’inchiesta condotta dalla trasmissione “Report” di Rai 3, che lo scorso lunedì ha acceso i riflettori su un caso che sta creando molti interrogativi nella comunità di Enego. Al centro dell’indagine, l’utilizzo e la destinazione di quasi 40 mila euro, versati dal Ministero come risarcimento per gli atti intimidatori subiti dall’amministrazione comunale precedente.
Nell’edizione di ieri (ndr, sabato), il Giornale di Vicenza ha riportato una dichiarazione dell’ex sindaco Ivo Boscardin, nella quale si legge che parte di tali fondi è stata devoluta alla scuola dell’infanzia del paese. Una notizia che sembrava poter pacificare gli animi ma che, al contrario, ha sollevato una nuova ondata di polemiche.
A smentire categoricamente questa affermazione è stato infatti il parroco uscente di Enego, Don Federico Meneghel, che al nostro giornale ha dichiarato senza mezzi termini: “In merito alle dichiarazioni del consigliere Boscardin sulla destinazione dei fondi di risarcimento per gli atti intimidatori subiti, posso dichiarare, essendo stato legale rappresentante della Scuola Materna di Enego fino allo scorso 20 ottobre, che la scuola stessa non è mai stata destinataria di alcun contributo o donazione derivante dai fondi in questione e che mai siamo stati nemmeno informati dell’intenzione di farlo. Le affermazioni di Boscardin sono pertanto destituite di ogni fondamento e appaiono come il tentativo di coprire un operato sicuramente poco trasparente per non dire vergognoso”.
Parole pesanti, che gettano ulteriori ombre sulla gestione di questi fondi pubblici. Il parroco ha precisato che in nessun momento la scuola materna è stata coinvolta né è stata consultata su eventuali somme devolute per iniziative a suo favore. La trasparenza amministrativa messa in atto negli scorsi anni e l’utilizzo dei fondi pubblici sono ora al centro di accese discussioni nella comunità.
Se dalle dichiarazioni di Boscardin emergeva che una parte dei fondi era stata distribuita per sostenere le attività scolastiche del paese, le discrepanze con le affermazioni del parroco aprono interrogativi: dove sono finiti realmente i 39 mila euro?
Secondo quanto emerso, una parte sarebbe stata impiegata per progetti di utilità collettiva, ma i dettagli non sono mai stati completamente chiariti.
Nonostante la difesa dell’ex sindaco, il quale ha ribadito che “tutto è avvenuto nella massima legalità e per il bene della comunità”, il caso sta sollevando sempre più dubbi. Perché non è mai stata comunicata pubblicamente una rendicontazione precisa delle spese?
A proseguire l’inchiesta in questi giorni è ancora “Report,” che nel relativo servizio, del quale non si conosce ancora la data della messa in onda, potrebbe finalmente svelare la destinazione di questi fondi e fare chiarezza sulle dichiarazioni contraddittorie. La comunità di Enego resta in attesa. Ci sono ancora molti nodi da sciogliere per capire se i fondi pubblici siano stati davvero spesi per la collettività o se si tratti di un caso di cattiva gestione amministrativa.
Le telecamere di Report a Enego per un’inchiesta sui fondi pubblici
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Siamo presenti anche su TELEGRAM, iscriviti al nostro gruppo per rimanere aggiornato e ricevere contenuti in esclusiva: https://t.me/settecomunionline