Linguistica e Tecnologia entrano in classe ad Asiago ed Enego un progetto innovativo un software per mappare la lettura dei bambini

La sperimentazione dei ricercatori dell’Università di Verona nelle due primarie del territorio. I risultati presentati nel corso di un convegno internazionale alla Sorbonne

Una scuola aperta all’innovazione, un team di ricercatori universitari e la tecnologia al servizio dell’apprendimento: questi gli ingredienti del successo di un progetto che ha visto la collaborazione fra il consorzio Ecosistema Innovazione iNEST, realtà che riunisce nove diverse università e due enti del Nordest e l’istituto comprensivo Patrizio Rigoni di Asiago, nel vicentino.

«L’obiettivo del progetto era quello di rafforzare le competenze fonologiche e morfologiche degli alunni, importanti perché direttamente collegate a risultati positivi nella lettura», spiega Marta Tagliani, ricercatrice del Dipartimento di Linguistica dell’Università di Verona che fa anche parte del team del progetto AlpiLinK per la realizzazione della più grande audiomappa digitale dei dialetti del Nord Italia (www.alpilink.it).

Significativo il supporto offerto dalla tecnologia: grazie a un software sviluppato dal CNR di Pisa, le letture dei bambini sono state tracciate, in modo da estrarre poi in automatico molti dati preziosi per analizzare i diversi profili di lettura, dalla velocità di lettura ai passaggi in cui la voce si fermava o appariva esitante, segnale di una difficoltà più o meno marcata.

L’analisi dei dati ha permesso di mettere in luce alcune difficoltà e di progettare interventi specifici per 39 bambini della classe quinta, con lezioni di gruppo che hanno visto i ricercatori affiancati dalla presenza delle insegnanti, coinvolte anche in un percorso formativo specifico.

I test somministrati al termine del percorso hanno permesso di rilevare miglioramenti sia nelle competenze fonologiche, sia per quanto riguarda le competenze morfologiche. Si è registrato anche un miglioramento significativo della velocità di lettura, misurata attraverso un nuovo test sviluppato all’interno del progetto. I “progressi” rilevati hanno riguardato in misura maggiore gli studenti “a sviluppo atipico”, ovvero con diagnosi di DSA – disturbi specifici dell’apprendimento, o con delle difficoltà di lettura individuate con lo screening iniziale.

«Un traguardo possibile – aggiunge Tagliani – solo grazie alla grande collaborazione dimostrata dall’istituto e dalle insegnanti, che si sono mostrate fin da subito molto disponibili e collaborative, aprendosi alla sinergia con il mondo dell’Università e all’utilizzo di nuove metodologie».

I risultati della ricerca, realizzata nel corso dell’anno scolastico 2023/2024, sono stati presentati per la prima volta di recente, lo scorso settembre, nel corso della conferenza internazionale Language & languages at the crossroad discipline che si è tenuta all’Università Sorbonne di Parigi.

Oltre a Marta Tagliani, la ricerca ha coinvolto i professori Stefan Rabanus, Maria Vender, Chiara Melloni e Denis Delfitto, docenti e ricercatori dell’Università di Verona e membri del gruppo LaTeC Language Text e Cognition dell’Università di Verona, un laboratorio che accoglie ricercatori interessati alla dimensione cognitiva del linguaggio e alle patologie ad esse correlate.

c.s

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