Giovani e futuro tra paura e speranza: i risultati del questionario sottoposto agli studenti vicentini

Come immaginano il proprio futuro i giovani del territorio vicentino? È questo il tema centrale del 56° convegno promosso dall’Istituto socio culturale Rezzara di Vicenza, che si terrà l’8 e 9 novembre 2024 al Centro Congressi di Confartigianato (Viale Fermi, Vicenza).

L’evento è organizzato in collaborazione con l’Ufficio Scolastico Provinciale di Vicenza, la Provincia di Vicenza, Confartigianato Vicenza e Centro Studi Cisl e mira a indagare le preoccupazioni che condizionano i giovani nella progettazione del proprio futuro.

Sono stati gli stessi giovani a fornire informazioni interessanti attraverso un questionario predisposto in collaborazione con l’Ufficio studi della Cisl Vicenza e distribuito alle classi quarte e quinte degli istituti superiori vicentini. Una fotografia che permette di conoscere aspettative ed esigenze dei più giovani, per analizzarle e farne argomento di dibattito durante il convegno.

A presentare il progetto nella sede della Provincia sono stati Andrea Nardin, presidente della Provincia di Vicenza; Vincenzo Riboni, presidente dell’Istituto socioculturale Nicolò Rezzara; Raffaele Consiglio, segretario generale Cisl Vicenza; Stefano Dal Prà Caputo e Francesco Peron, ricercatori. Presenti anche Gianfranco Sasso, presidente Banca delle Terre Venete, e Vittorino Bisson, ad di Bisson Auto, sostenitori del progetto.

“L’Istituto Nicolò Rezzara -ha esordito Riboni- è impegnato nella ricerca sociologica per analizzare le dinamiche emergenti nella società e prosegue la riflessione iniziata lo scorso anno sul futuro delle nuove generazioni. Dalle ricerche condotte si evidenzia come la paura del futuro influisca profondamente sulle scelte di vita dei giovani, individuando in questo filone uno degli irrisolti quesiti culturali che sottostanno alla difficoltà di guardare con serenità al domani sul fronte del lavoro, dell’impegno, della partecipazione.”

“Giusto parlare dei giovani come del nostro futuro, perché lo sono -ha aggiunto Nardin- ma ricordiamoci che sono anche il nostro presente, ed è ai giovani che dobbiamo guardare nelle nostre scelte politiche. Bene che l’istituto Rezzara affronti il tema della percezione del futuro, un’indagine che darà di certo spunti interessanti per chi è chiamato ad amministrare i territori.”

Questionario Giovani e Futuro

Ad oggi già 1.500 studenti di 23 diversi istituti superiori hanno risposto al questionario, ma i termini sono ancora aperti. Numeri che indicano non solo l’interesse dei giovani e delle scuole verso il tema, ma che forniscono anche una base molto ampia per poter fare una fotografia reale sul tema.

La prima elaborazione dei dati raccolti è stata fatta a quota 1.250 risposte ed è stata illustrata questa mattina da Stefano Dal Prà Caputo e Francesco Peron.

Alla domanda “Quale lavoro vorresti fare da grande?” il 24% ha risposto “non so”, mentre il 23% ha risposto l’imprenditore. Seguono il medico, l’insegnante, l’avvocato, l’ingegnere.

Il 52,8% vorrebbe un lavoro autonomo/in proprio. In alternativa piacciono le multinazionali e le grandi aziende, mentre la pubblica amministrazione si ferma al quarto posto.

Il 60% ha dichiarato di voler lavorare dopo la laurea (magistrale o triennale), mentre il 17% dopo il diploma.

Cinque giovani su 10 (55,2%) indicano la soddisfazione lavorativa come primo parametro di importanza nel lavoro. I soldi sono al secondo posto con il 23,8% e la carriera lavorativa al terzo con il 10,3%.

La maggiore preoccupazione riguardo al futuro lavorativo è di essere sottopagato per il 64% dei giovani. Alla domanda, a cui si potevano dare 3 risposte, uno su due ha risposto la precarietà del lavoro. Il 20% teme di dover subire ricatti o vessazioni.

Otto giovani su 10 hanno dichiarato di voler avere un figlio in futuro.

In conclusione, il 72,1% dei giovani ritiene utile o molto utile un servizio di ascolto/confronto con uno psicologo.

c.s

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