L’abbandono dei rifiuti nei boschi dell’Altopiano: un problema per l’ambiente e la fauna

L’abbandono dei rifiuti nelle aree naturali è un problema ambientale serio che continua a persistere nonostante la crescente consapevolezza ecologica. Molti vedono ancora i boschi, le aree picnic, i prati e i pascoli come discariche improvvisate, ignorando le gravi conseguenze che questa pratica ha sulla natura e sulla biodiversità. La presenza di plastica, vetro, lattine e altri materiali tossici minaccia l’equilibrio degli ecosistemi, contaminando suolo, aria e acqua.

La plastica, in particolare, è uno dei principali nemici della natura: impiega secoli a degradarsi completamente, rilasciando nel frattempo microparticelle che danneggiano gravemente l’ambiente. Non meno pericoloso è il vetro, che non solo inquina, ma può anche innescare incendi boschivi. Bottiglie lasciate al sole possono funzionare come lenti, concentrando i raggi solari e provocando roghi devastanti. Gli animali selvatici sono altre vittime inconsapevoli: attratti da residui alimentari o oggetti luccicanti, finiscono spesso per ingerire materiali pericolosi come plastica e metalli, con conseguenze fatali per la loro salute.

In risposta a questa emergenza, anche sull’Altopiano si moltiplicano le iniziative di volontariato dedicate alla pulizia e alla bonifica delle zone colpite. Un esempio significativo è l’impegno di Ruben, un giovane che ha avviato la pulizia della Valgadena, e l’azione dell’associazione “Recuperanti di Montagne”, impegnata nella bonifica della Grotta di Fiara.

Ruben ha lanciato il progetto “Montagne Lustre”, un’iniziativa volta a ripulire la Valgadena, una valle amata dagli escursionisti ma gravemente deturpata dall’abbandono dei rifiuti. Insieme ad altri volontari, Ruben ha raccolto decine di copertoni e altri materiali abbandonati, dimostrando che l’impegno individuale può fare la differenza. La sua dedizione ha ispirato altri a unirsi al progetto, creando una vera e propria comunità di volontari che si dedica a mantenere la valle pulita.

Un altro esempio di forte impegno ambientale è l’associazione “Recuperanti di Montagne”, attiva dal 2015 nella bonifica di discariche abusive situate in aree impervie dell’Altopiano. Recentemente, il loro lavoro si è concentrato sulla Grotta di Fiara, un gioiello naturale trasformato nel tempo in una discarica a cielo aperto. I volontari hanno organizzato una complessa operazione di pulizia, coinvolgendo la comunità locale. Con l’ausilio di un paranco motorizzato, i rifiuti sono stati insaccati e rimossi, per essere smaltiti correttamente.

La bonifica della Grotta di Fiara ha un forte valore simbolico, oltre che ambientale. L’azione dei “Recuperanti di Montagne” mira a sensibilizzare residenti e visitatori sull’importanza di rispettare il territorio, dimostrando che anche le aree più remote meritano attenzione e cura. Proteggere i boschi significa preservare la biodiversità, la qualità dell’aria e dell’acqua, garantendo alle generazioni future di godere di questi spazi incontaminati. Solo attraverso un impegno collettivo e responsabile potremo vincere questa battaglia per la tutela dell’ambiente.

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