“Niente da fare, qua è tutto un Pandemonio, lo Zanni scalpita irrequieto, è nervoso, straparla “Venessia, Venisia, Venusia…”: così l’artista Giorgio Spiller racconta il ritorno dello Zanni in Altopiano con lo spettacolo a ingresso libero “L’après-midi di un Fauno e uno Zanni”, in programma domenica 22 settembre alle 15 al Teatro del Bel Calcare a Cesuna. Il monologo, scritto da Spiller in un dialetto veneto dalle svariate suggestioni, rievoca tra onirico e cronaca la creazione dei costumi che negli anni ’80 hanno portato scompiglio nel rinato Carnevale di Venezia, sfidando e sbeffeggiando il comune senso del pudore e l’autorità costituita. A rivestire i panni dello Zanni, sceso dalle montagne per insegnare la città ai cittadini, sarà Tullia Dalle Carbonare, giovane attrice e mascheraia allieva del maestro Stefano Perocco di Meduna: “Sarò l’alter ego di Spiller che con parole aspre e grasse riporterà il pubblico in un passato fatto di studio, sperimentazione e provocazione”. Un prezioso contrappunto musicale arriverà dai flauti di Federica Lotti, musicista di fama internazionale che ha selezionato brani classici e contemporanei di ispirazione panica e raffinata sensualità e dice “Sarà come vivere in perfetta simbiosi tra Natura e libertà del corpo e del pensiero”.
“Sono passati più di quarant’anni, quasi mezzo secolo, ma lo Zanni è fissato con Venèdighe, Venigia -continua Spiller– come faccio a spiegargli, a fargli capire, che il mondo è cambiato, la città non è più la stessa? L’overtourism e la gentrificazione l’hanno trasformata in un baraccone per ricchi stanziali e masse transumanti fuori controllo. Meglio stare a Cesuna…” Un tempo, quando pascoli e coltivazioni erano ben curati, brucati e falciati, nelle praterie dei Sette Comuni emergevano come castelli incantati gli scrozzi, i knötele, gli anfiteatri calcarei e le città di roccia. In alcuni di questi luoghi appartati in prossimità dei villaggi, ora tutti scomparsi e dimenticati, tra grotte e forre si sedimentavano le leggende. Solo nella Kugola di Cesuna esiste ancora una località accessibile dedicata alle Tzeleghen Baiblen, un anfiteatro con due grotte in un pascolo ancora calpestato da una mandria di mucche. “Lì, nei terreni di famiglia, ho costruito un teatro, un teatro fatto in casa che si perde per strada. Un teatro vissuto sotto la pelle, smascherato sotto un cotico d’erba per nutrire la sua natura divina dalla zampa caprina. Un teatro scavato come un tempio, un teatro lungo una vita”, spiega l’artista che di questa attività archeologica ha fatto una sorta di missione, recuperando con il suo gruppo di Montagne e Solidarietà anche il tracciato dell’Antica Strada del Costo, tra Mosson e Asiago, con i suoi preziosi tratti salizadi e le sue pozze d’alpeggio, restituendo così alla comunità spazi identitari e sacri…
In quello del Bel Calcare, raggiungibile con uno sterrato dal cimitero, andrà in scena dunque lo Zanni, “prima che mi scappi” – sorride Spiller – “mi sa che dovrò rassegnarmi a riportarlo a Venugia”…
c.s
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