Turismo, l’indagine di Confcommercio Vicenza: estate condizionata dal caldo

Il presidente Nicola Piccolo: “La minore disponibilità di spesa penalizza i consumi. Ma le previsioni per le prossime settimane sono comunque positive”

Un’estate condizionata dal meteo, quella vissuta in provincia di Vicenza dal settore turistico, ovvero da strutture ricettive e pubblici esercizi (bar, ristoranti, pizzerie). Lo rileva l’indagine effettuata da Confcommercio Vicenza attraverso un questionario al quale hanno risposto circa 200 aziende.

Una prima parte della stagione piovosa, seguita dal caldo intenso, ha infatti penalizzato un po’ tutte le attività turistiche in provincia, anche se a soffrire di più sembrano essere stati soprattutto i pubblici esercizi collocati in pianura, come ad esempio nelle città d’arte, alle prese con le temperature elevate, in particolare nel mese di agosto.

Venendo ai dati, alla domanda sull’andamento dei clienti nei tre mesi estivi del 2024 (giugno, luglio, agosto) rispetto allo stesso periodo del 2023, il 48% dei locali della provincia (bar, ristoranti, pizzerie) che hanno risposto al questionario hanno segnalato un calo, mentre per il 24% i clienti sono rimasti invariati e per il 28% sono aumentati. Va meglio l’Altopiano di Asiago, perché qui la percentuale di chi segnala una diminuzione della clientela scende al 27% (ma è pur sempre un’impresa su quattro), mentre chi ha notato un aumento si attesta al 47%. Ne risente, ovviamente, anche il giudizio complessivo sulla stagione, che è stata buona e ottima per il 60% degli esercenti di bar e ristoranti della montagna vicentina, contro il 38% della media provinciale (per un 43%, in questo caso, la stagione è stata discreta).

Più positivo l’andamento della stagione per le strutture ricettive del Vicentino: il 48% degli operatori interpellati dalla ricerca di Confcommercio Vicenza segnala una stabilità della clientela, mentre per il 22% è aumentata. Il 30% ha comunque registrato una flessione. L’Altopiano di Asiago, in questo caso, è in linea con il risultato provinciale.

Nei commenti lasciati da alcuni operatori alla compilazione del questionario – afferma Nicola Piccolo, presidente di Confcommercio Vicenzail fattore meteo risulta tra le principali cause della flessione di clientela: l’instabilità iniziale ha penalizzato in particolare la montagna, che ha visto un avvio di stagione lento, ma poi il grande caldo si è fatto sentire principalmente ad agosto in città, scoraggiando, ad esempio, il classico aperitivo o la cena nei plateatici esterni che si affacciano su vie e piazze”. Un trend che è confermato, per il centro storico di Vicenza, anche dai Data Analytics della compagnia telefonica Windtre (quindi collegati alle sim dei cellulari), resi disponibili dalla società Accenture ed elaborati da Confcommercio Vicenza. Se a giugno i visitatori (esclusi i residenti) presenti nel perimetro delle mura duecentesce del Capoluogo sono aumentati del 12% rispetto allo stesso mese del 2023, a luglio sono risultati sostanzialmente stabili (+0,1%), mentre ad agosto sono calati del 3,7%.

Un dato positivo viene però dai visitatori stranieri presenti in centro storico a Vicenza, che secondo queste rilevazioni sono cresciuti del 64% in giugno 2024 rispetto a giugno 2023, del 33% in luglio e del 21% in agosto. Una crescita che è riuscita in parte a compensare il calo degli italiani.

Tornando all’indagine relativa agli operatori, Confcommercio Vicenza ha voluto sondare anche un altro trend: ovvero la capacità di spesa della clientela. Ebbene, il 72% dei pubblici esercizi che hanno risposto al questionario hanno notato, questa estate, una minore disponibilità di spesa dei clienti italiani (leggera per il 44%, più marcata per il 28%), che si è tramutata per lo più in un calo nel consumo di vino e bevande e in una diminuzione del numero delle portate. Fortunatamente, però, lo stesso non si è verificato per la clientela straniera: il 68% dei rispondenti non ha, infatti, notato in questo caso una minore propensione alla spesa. Analoghi i risultati per il settore ricettivo.

E’ un riflesso della sempre minore disponibilità economica degli italiani, che è stata evidenziata anche da un recente ricerca di Confcommercio nazionale, secondo la quale quasi il 42% del reddito se ne va per le così dette ‘spese obbligate’, soprattutto legate all’abitazione, all’energia e ai carburanti – è l’analisi del presidente Piccolo – Così, purtroppo, le famiglie riducono i consumi, che invece vanno sostenuti per evitare un impatto negativo non solo sulle nostre imprese, ma in generale per tutta l’economia del Paese”.

Spostandosi sulle previsioni per le prossime settimane, l’indagine realizzata da Confcommercio rileva comunque un cauto ottimismo, probabilmente legato anche alla fiera orafa alle porte: per il 37% dei pubblici esercizi della provincia sarà un settembre buono e per il 47% discreto. Ancor più ottimisti sull’Altopiano di Asiago dove hanno buone previsioni il 60% degli operatori e addirittura ottime il 13%, complice qui, evidentemente, anche un settembre dalle temperature ancora elevate, oltre alla programmazione di eventi di richiamo come “Made in Malga” e i tradizionali eventi autunnali organizzati nei vari comuni.

Prospettive positive anche per le strutture ricettive della provincia che “vedono” davanti a loro due mesi (settembre e ottobre) quanto meno buoni (per il 41% dei rispondenti) o discreti (per il 48%), anche qui con un ottimismo maggiore per gli operatori dell’Altopiano di Asiago.

L’auspicio è che si possa recuperare in autunno quanto eventualmente perso in estate – conclude il presidente di Confcommercio Vicenza Nicola Piccolo –. In questo senso, per quanto riguarda il Capoluogo, gli eventi previsti a settembre possono fare da appeal, anche se poi tutto questo va riportato in un programma complessivo e di lungo respiro in grado di valorizzare a livello nazionale e internazionale il brand Vicenza”.

c. stampa

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