Trentino, è bufera sull’Orso del Pradel. Martalar: “Polemiche politiche”

Orso del Pradel

L’artista roanese Marco Martalar, ormai noto alle cronache per le sue opere realizzate completamente in legno con gli schianti di Vaia, è quasi pronto a inaugurare la sua ultima fatica: un gigantesco orso che arrederà una radura in località Pradel, a Molveno, in prossimità del rifugio Montanara, in una posizione estremamente panoramica: la zona Tof dell’ors – sentiero 340 bis. Forse un tentativo di campagna simpatia dopo le numerose azioni di boicottaggio delle vacanze in Trentino in seguito alle azioni contro l’orso del Presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti?

L’opera sarebbe dovuta rimanere segreta fino a settembre, quando era prevista l’inaugurazione, ma gli scatti dei curiosi comparsi sui social hanno anticipato i tempi, costringendo il Sindaco Matteo Sartori a svelare la sorpresa. Una sorpresa che pare non essere stata troppo gradita dalla famiglia di Andrea Papi, il giovane runner che il 5 aprile dello scorso anno aveva perso la vita a causa dell’attacco di un orso.

Il Comune di Molveno ha assicurato di aver avvisato Carlo Papi, padre del giovane, con largo anticipo. Solo dopo la società Funivie Molveno-Pradel ha commissionato l’opera a Martalar, che si è quindi messo al lavoro. Un dialogo che la famiglia Papi però nega di aver intrattenuto, come ha dichiarato al Corriere del Trentino, sostenendo di aver ricevuto solo notizie frammentarie e di aver dato il proprio parere negativo a fronte dell’eventualità di una statua dello stesso soggetto da collocare in Val di Sole: “Non ce l’ho con artista, che fa quello che gli viene commissionato, ma con sindaco, vicesindaco e vertici delle funivie che non hanno neanche avuto il fegato di chiedere un incontro o scriverci. Il sindaco di Molveno era venuto in chiesa a stringerci le mani e a porgerci le condoglianze con addosso la striscia tricolore, durante il funerale, e oggi fa costruire l’Orso Vaia? Si vergogni”.

Sta di fatto che l’orso, ancora in via di completamento, ha già suscitato una bufera di polemiche, così come il Drago di Lavarone che aveva portato scompiglio nella contrada che lo ospitava, con un grande flusso di turisti di passaggio per andare ad ammirarlo. Drago che, lo si ricorda, era finito avvolto dalle fiamme ed è stato ricostruito.

Dal canto suo, l’artista preferisce restare al di fuori di queste dinamiche, che definisce “politiche”. “In Trentino tutto gira intorno all’orso: dall’essere un’icona della Regione al simbolo del Parco Adamello-Brenta. È pura ipocrisia non parlare di orso lì – commenta Marco MartalarIo ho avuto contatti solo con la società che mi ha commissionato l’opera, il resto sono polemiche politiche nelle quali non voglio entrare. Ci sono fazioni opposte sul tema, ma di sicuro non è un orso di legno che fa danni. Anzi, magari potrà essere un elemento di contatto tra le parti. Tutte le persone con cui ho parlato, sia residenti che turisti, sono entusiaste dell’opera.”

E per quanto riguarda il panico disseminato tra la gente dopo le verificate o presunte aggressioni da parte dei plantigradi, Martalar rassicura: “Ho vissuto per due mesi nel bosco mentre realizzavo l’Orsa Vaia e non ho mai visto un esemplare dal vivo. Solo un escremento, ma si sa che gli orsi in Trentino ci sono”.

L’Orso del Pradel – Identikit dell’opera

L’Orso del Pradel è un’opera di 6 metri di altezza e 8 di lunghezza, realizzato con 2 mila pezzi di radici di larice raccolti. Si tratta di un’opera scultorea in land art nata tra la collaborazione tra l’Amministrazione Comunale di Molveno e la Società Funivie Molveno-Pradel.

“L’Orsa di Molveno è un’opera che apre il cammino verso un equilibrio ancora da raggiungere tra Uomo e Natura, tra chi abita queste montagne e gli animali che qui vivono – spiega il creatore, Marco MartalarPer continuare a dare forza e fiducia al popolo tenace che abita questo territorio, l’imponente opera lignea ci spinge a immaginare e ricercare un equilibrio con tutti gli animali che qui si trovano; ci suggerisce di guardare sì con stupore alle meraviglie che ci circondano ma anche di avere rispetto degli spazi e prestare consapevolezza del luogo in cui ci troviamo dove l’umanità è piccola… nei confronti della Natura.

Visitabile già dai prossimi giorni l’opera si trova nella zona denominata Tof dell’ors (sentiero 340 bis) , si raggiunge utilizzando la comoda funivia che parte da Molveno e sale fino a località Rifugio La Montanara , oppure con un escursione che parte da Andalo in direzione località Pradel.

A breve uscirà il libro/leggenda che racconta la storia di come questo orso è nato dalle radici di larice.”

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