Il Luogotenente Trenta va in pensione. La nostra intervista al Comandante della stazione di Roana

Antonio Trenta

Si celebrerà formalmente martedì 13 agosto alle 18, presso la sala consiliare del Municipio di Canove, il pensionamento di Antonio Trenta, da oltre trent’anni in servizio sull’altopiano come uomo dell’Arma dei Carabinieri.

Nato a Gallipoli, da padre ufficiale dell’esercito e madre trentina, il Luogotenente Trenta ha sempre
avuto una forte vocazione per l’Arma. Dopo il servizio militare come carabiniere ausiliario a Benevento, Bari e Messina, ha proseguito la sua formazione presso la Scuola Sottufficiali di Velletri, concludendo il suo addestramento al CoEspu di Vicenza. Il suo primo incarico come sottufficiale è stato a Casale di Scodosia nel 1988, seguito da un periodo come vicecomandante ad Asiago e, successivamente, come comandante della Stazione di Canove. Ritornato ad Asiago in veste di Comandante conclude la sua carriera nuovamente a Canove.

Per il suo impegno e la sua dedizione, il Luogotenente Trenta è stato insignito della Medaglia Mauriziana, conferita con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Ministro della Difesa. Questo prestigioso riconoscimento è un tributo alla sua lunga carriera e alla sua straordinaria dedizione al servizio della comunità.

L’intervista

Luogotenente Trenta, lei ha trascorso praticamente tutta la sua carriera sull’altopiano, tra le stazioni di Asiago e Canove, ricevendo anche la medaglia Mauriziana. Com’è cambiato il territorio, in termini di gestione delle azioni illegali, in questi 30 anni?

Si è passati da una situazione di tanti furti in abitazione, dove si rubavano ad esempio televisioni e radio, alle truffe online. Tutto è cambiato a livello nazionale e anche l’altopiano si è evoluto in questo senso. A livello delinquenziale invece ci sono i soliti soggetti problematici.

Qual è la criticità più grave che vi trovate ad affrontare oggi?

Le cose più rilevanti qui sono le truffe agli anziani. Cerchiamo di fare campagne di informazione, ma arrivano tante persone che vengono truffate in vari modi: dalla vecchietta che riceve la telefonata del finto poliziotto per l’abbonamento della rivista alla truffa del “versa i soldi perché…”. Ovvio che in percentuale alla città sono molto meno, però il problema c’è.

La presenza delle forze dell’ordine in un territorio “isolato” come l’altopiano è fondamentale e noi tutti auspichiamo che venga previsto un maggior numero di personale in servizio anche per le ore notturne. Negli anni si è parlato anche dell’idea di riunire i comandi di Asiago e Canove per consentire una più fluida copertura dei turni con gli uomini a disposizione. La ritiene un’ipotetica soluzione valida?

Potrebbe esserlo, ma resta un’idea lontana. Ne ho sentito parlare quando sono arrivato e sono passati quarant’anni. Potrebbero passarne altrettanti.

Qual è l’intervento che le è rimasto più impresso tra tutti quelli svolti nella sua lunga carriera?

Sono molti, in realtà. Spesso si effettuano interventi sul ponte di Roana o di Enego, dove a volte si portano via le persone vive. Non succede sempre, ma qualche volta ce la facciamo.

Si è instaurato un rapporto con qualcuna delle persone che avete salvato?

No, perché si tratta di persone che poi necessitano di seguire un percorso di cura. Alcune hanno manifestato riconoscenza per l’intervento. 

Un messaggio che vorrebbe rivolgere al suo successore, del quale non è ancora possibile conoscere il nome per motivi di ufficialità?

In bocca al lupo, buon lavoro e auguri per il proseguo di una bella attività.

Qui sull’altopiano ha costruito una vita intera, ma le sue radici affondano nel tacco della penisola. Il futuro dove la vede?

Io abito a Canove, le mie figlie e i miei nipoti sono qui. Proseguirò qui la mia vita.

Al Luogotenente Trenta rivolgiamo i nostri migliori auguri per il futuro, ringraziandolo per l’importante lavoro di collaborazione svolto in questi anni con la nostra redazione.

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