“Come pecore in mezzo ai lupi” di Lyda Patitucci conquista la 27^ edizione del Gallio Film Festival. Miglior regia a Riondino

Si è concluso ieri il concorso della 27esima edizione del Gallio Film Festival del Cinema Italiano Opere Prime, un evento che anche quest’anno ha riscosso un notevole successo, attirando un pubblico appassionato e competente.

Il Premio Ermanno Olmi per il miglior film è stato assegnato a “Come pecore in mezzo ai lupi“, un poliziesco teso ed emozionante diretto da Lyda Patitucci e sceneggiato da Federica Cavallo. Il film è caratterizzato da una narrazione avvincente e da ottime performance degli attori in particolare di Isabella Ragonese che ha interpretato il ruolo di una poliziotta infiltrata in una banda di feroci banditi serbi, in cui viene arruolato il fratello Bruno (interpretato da un ottimo Andrea Arcangeli). L’opera esplora la complessa relazione tra due fratelli, che si ritrovano in situazioni opposte della legge.

Il Premio per la Miglior Regia è andato a Michele Riondino per il suo film “Palazzina Laf“, ambientato nell’Ilva di Taranto. La pellicola, ha conquistato anche il premio per la Miglior Sceneggiatura, scritta da Maurizio Braucci e dallo stesso Riondino.

Il Premio Speciale della Giuria Emidio Greco è stato conferito a “Metamorphosis” di Michele Fasano mentre Federica Sottile è stata giudicata la Migliore Attrice per la sua interpretazione nel film “La festa del ritorno”.

Il titolo di Miglior Attore è andato invece a Roberto Citran, presente in due film: “Samad” di Marco Santarelli e “Billy” di Emilia Mazzacurati. La sua capacità di dare vita a personaggi complessi e sfaccettati ha dimostrato ancora una volta il suo talento straordinario.

Il festival prosegue fino  domenica 4 agosto comn la novità più rilevante di quest’anno: un’intera sezione dedicata a Opere Prime e Seconde internazionali intitolata “Il cinema delle donne” in cui viene valorizzato il cinema femminile, le donne registe, i film che trattano temi che ruotano intorno al mondo delle donne. Ecco dunque i lavori della norvegese Margreth Olin, delle francesi Amandine Fredon e Marie Amachoukeli, della russo-algerina Mounia Meddour, della spagnola Estibaliz Urresola Solaguren, della brasiliana Nara Normande, della mongola Zoljagat Purevdash.

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