Grande Rogazione: l’omelia del Vescovo Claudio Cipolla al Lazzaretto

Vescovo Claudio Cipolla - Rogazione 2024

È stato un sabato denso di emozioni quello appena trascorso, che ha unito all’esperienza della Grande Rogazione di Asiago la presentazione ufficiale alla comunità di don Antonio, unico candidato per la carica di Parroco, in sostituzione di don Roberto. Il Vescovo Claudio Cipolla ha quindi percorso un tratto del cammino insieme alla comunità asiaghese, fino a Camporovere, celebrando la Santa Messa al Lazzaretto, prima grande tappa della Rogazione. Ecco il testo della sua omelia.

“In questi giorni, sia perché volevo venire già da un po’ questo incontro sia perché sono stato poco tempo fa nel consiglio comunale di Asiago, ho pensato a questa storia che la parrocchia di Asiago e di Camporovere stanno vivendo di cambio del Parroco. E anche al discorso impostato molto bene dal Sindaco di Asiago, fatto al consiglio comunale, e cioè le elezioni che ci saranno in base allo jus patronatus il 26 maggio. In fondo abbiamo spiegato bene quello che si intendeva dal punto di vista umano, però in questi giorni mi è venuta in mente un’altra prospettiva che volevo comunicarvi: quando don Nicola è diventato prete, il Rettore del seminario mi ha presentato Nicola chiedendo che venisse ordinato prete e io gli ho chiesto: “Sei certo che ne sia degno?” e lui ha risposto: “Dalle informazioni assunte presso il popolo di Dio e via dicendo, posso attestare che ne è degno”. Allora io gli ho detto: “Io scelgo te per l’ordine del presbiterato”. È stata la Chiesa, con tutto questo cammino, che mi ha presentato Nicola. Io ero quello che lo conosceva meno, eppure l’ho scelto. Cioè, il Signore lo ha scelto. Adesso avviene una fase alla rovescia: io vengo dalla parrocchia di Asiago e dico “Vi presento questo” e la parrocchia di Asiago, complementare a quello che si fa quando uno diventa prete, dice “Noi scegliamo te”. C’è una dinamica di tipo spirituale: noi tutti riteniamo che nella vita delle nostre comunità ad agire sia il Signore. Io riconosco che agisce nella Chiesa e ordino uno prete, e la Chiesa riconosce che il Signore opera anche tramite me e voi lo accogliete come mandato dal Signore. Bello questo. Sposta la riflessione sul piano spirituale, portandoci a dire: ma allora è vero che il Signore agisce dentro la nostra vita. Agisce nel Vescovo, agisce in un prete, agisce nei cristiani, che scelgono il presbitero che il Vescovo indica. Lo scelgono perché in loro vive lo spirito del Signore. È un modo per riconoscere la presenza dello Spirito in tutti noi cristiani.

La seconda cosa che volevo dire riguarda invece il libro degli Atti degli Apostoli, perché in questa pagina c’è un personaggio e poi c’è una famiglia. Il personaggio è Apollo. Questo Apollo si presenta un po’ come un professore, sa le cose tutte molto bene, addirittura sa incantare. Per cui quando si dice che insegnava con accuratezza e che aveva un animo ispirato e via dicendo, si dice che era proprio bravo, con franchezza. Nella sinagoga tutti lo ascoltavano. Bravissimo docente, insegnante anche delle cose religiose. Poi ci sono due signori che si chiamano, sono una famiglia, Priscilla e Attila, che lo ascoltavano e anche loro sono stati molto entusiasti nel sentirlo. Però poi lo presero con sé, gli esposero con maggiore accuratezza la via di Dio: cioè mancava qualche cosa ad Apollo. Mancava il cuore. Allora Attila e Priscilla, marito e moglie, lo prendono con sé e stando insieme gli insegnano con maggior accuratezza la via di Dio. Questa via di Dio, be’ non so se si riesce a fare il confronto con il cammino che abbiamo fatto, perché è una cosa più interiore: è il sentimento di Dio, il sentire Dio, vuol dire una relazione interiore. Io so che nella mia vita, nella vita della mia chiesa o della mia famiglia c’è il Signore. E lo vedo presente presente un po’ nelle cose semplici di tutti giorni: nel mio voler bene, nel mio perdonare mio figlio, nel mio insegnargli e sacrificarmi perché possa andare a scuola, far finta di niente quando sbaglia per non rompere i rapporti. Tutte queste cose. La via di Dio è la vita. Tanti di noi sono genitori o nonni e quindi sentono la responsabilità di far entrare nella via di Dio i loro figli. In realtà questa via non è insegnata dai catechisti, dai professori, ma dal vivere quotidiano. La via di Dio può essere insegnata dal papà e dalla mamma, dal nonno e dalla nonna, dal fratello, e qui noi abbiamo esperienze bellissime: insegnare la via di Dio. E non ci sono libri che possano aiutare con questo, è il cuore: sono delle informazioni che si passano cuore a cuore. Volete un piccolo esempio che spero non fuorvii. Prima, camminando, ho parlato con un giovane e gli ho chiesto: “Ma tu non canti?” “No no – mi ha risposto – Noi abbiamo iniziato a fare questo percorso da bambini, poi lo si fa da ragazzi, poi da adulti. Entra nella nostra vita così”. E così è anche la fede: la conoscenza di Dio entra perché la si frequenta, perché la si percorre, non perché la si capisce con la mente o perché la studia, ma perché la si sperimenta. In questa celebrazione vorrei quindi indicarvi due motivi per i quali pregare: uno è per l’accoglienza del nuovo Parroco che ci sarà in settembre o ottobre, quindi per rendere un atto di gratitudine anche a don Roberto. Il secondo è che vorrei che pregassimo per le nostre famiglie, perché lì si possa insegnare la via di Dio e riconosciamo di non poterla delegare a nessuno. Altri completeranno, andranno oltre, ma la via di Dio, così come è intesa qui, può essere insegnata soprattutto e innanzitutto dal papà, dalla mamma e da chi vive con noi tutti i giorni, perché ci facciamo carico di annunciare il Vangelo a ciascuno dei nostri figli, ma anche, man mano che attraversiamo le difficoltà delle età, a tutti.”

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