Oggi 25 aprile, è festa nazionale si celebra la Liberazione dell’Italia dal nazifascismo, la caduta definitiva della dittatura fascista.
Un’occasione per non dimenticare i sacrifici e le sofferenze imposte agli italiani dal fascismo e per ricordare chi combattendo nella Resistenza ha contribuito in modo determinante alla riconquista della libertà e della democrazia di cui oggi godiamo tutti.
Libertà che vedendo quanto succede in altre parti del mondo non dovrebbe MAI essere data per scontata, ma al contrario difesa con i denti giorno dopo giorno a partire da chi come noi fa informazione; la libertà di informazione e il diritto dei cittadini ad avere un’informazione pluralista è infatti uno dei cardini della democrazia, un principio non negoziabile. L’alternativa sono le veline fasciste e il ministero della propaganda di Goebbels.
I primi a non ritenere scontata la libertà sono stati proprio i padri costituenti che in quello che è stato il momento politicamente più alto della storia del nostro paese, hanno scritto e approvato una costituzione che nasce prima di tutto con l’obbiettivo di evitare che quanto visto nel ventennio più buio della storia italiana si ripeta.
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Per comprendere questo passo fondamentale, ci viene in aiuto l’illuminante riposta che il democristiano Aldo Moro riservò all’onorevole Lucifero che durante la seduta dell’assemblea costituente del 13 marzo 1947 espresse il desiderio che “la nuova Costituzione” fosse semplicemente afascista e non antifascista.
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“Non possiamo – ha risposto Moro – fare una Costituzione afascista cioè non possiamo prescindere da quello che è stato nel nostro Paese un movimento storico di importanza grandissima, il quale nella sua negatività ha travolto per anni le coscienze e le istituzioni”.
“Non possiamo dimenticare quello che è stato (il fascismo), perché questa Costituzione emerge da quella resistenza, da quella lotta, da quella negazione, per le quali ci siamo trovati insieme sul fronte della resistenza e della guerra rivoluzionaria ed ora ci troviamo insieme per questo impegno di affermazione dei valori supremi della dignità umana e della vita sociale”
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Partendo proprio da questo principio, è bene ricordare che la tanto auspicata pacificazione deve partire dalla condanna netta senza se e senza ma del fascismo. Solo ponendo l’antifascismo come base di partenza si può sperare di dar vita ad una nuova stagione.
Chi continua a creare di proposito divisioni facendo passare l’idea che il 25 aprile sia la festa di una sola parte politica lo fa di proposito per tentare di indebolire gli ideali che questa ricorrenza rappresenta.
Su questo punto ha pienamente ragione la Sindaca di Marzabotto quando afferma che la Festa di Liberazione è divisiva solo per chi è fascista o nostalgico.
La Festa della Liberazione diciamolo a gran voce NON è una festa di una sola parte politica ma è la festa di TUTTI gli italiani liberi. Proprio per questo, tutte le forze politiche che si riconoscono negli ideali di democrazia e libertà, devono far propri senza alcuna ambiguità i valori del 25 aprile e festeggiare questo giorno con orgoglio.
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Quando è stato fondato questo giornale, la società editrice concordando la linea editoriale, con il direttore e la redazione ha posto una sola condizione: 7 Comuni Online doveva avere come faro la Costituzione italiana.
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Proprio per questo nel giorno del 79° anniversario della Liberazione dal Nazifascismo, ribadisco se mai ce ne fosse bisogno, che questo giornale è antifascista e non potrebbe essere altrimenti visto che, senza libertà di stampa non esiste più il giornalismo ma solo la propaganda.
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Buon 25 aprile a tutti!
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