All’ospedale civile San Bortolo di Vicenza, fin dalle prime ore di ieri mattina, erano già numerosi i rappresentanti delle professioni infermieristiche, che hanno raggiunto il presidio davanti all’ingresso del nosocomio vicentino, dove ad attenderli c’erano il segretario nazionale Nursind, Andrea Bottega ed il segretario provinciale Andrea Gregori, oltre ai rappresentanti del sindacato di riferimento.
Lo sciopero trova le sue ragioni, in particolare, in riferimento ad alcuni aspetti del testo provvisorio della Legge di Bilancio 2024, laddove vengono penalizzati fortemente, sotto il profilo del trattamento economico pensionistico, i professionisti sanitari assunti tra gli anni ‘80 e ’90, nonché in merito al finanziamento previsto per i rinnovi contrattuali, che risulta assolutamente insufficiente a far fronte al tasso di inflazione reale esistente nel Paese.
Nel corso della giornata di sciopero, della durata di 24 ore, sono stati garantiti, come previsto dalla legislazione, solo i servizi di urgenza ed emergenza e quanto previsto dai piani aziendali sui contingenti minimi essenziali.
“Arrivare a sospendere i servizi pubblici offerti anche grazie alla professionalità di noi infermieri – spiega il segretario provinciale di Nursind Vicenza, Andrea Gregori, tra i manifestanti al presidio – non è per noi cosa facile, in quanto crediamo fermamente nel lavoro che svolgiamo e siamo consapevoli del bisogno che la collettività ha delle prestazioni che contribuiamo ad assicurare. Per questo riteniamo fondamentale che anche i cittadini siano consapevoli di ciò che potrebbe accadere. Proprio per queste motivazioni abbiamo condiviso con i territori, quindi con le persone che usufruiscono del servizio sanitario, le nostre incertezze, generate da una manovra di bilancio 2024 che ci pone nelle condizioni di dover duramente intervenire sulla materia pensionistica e sui rinnovi contrattuali, che, concretizzandosi, prevederebbero un saldo uguale a zero, tra l’esiguo aumento contrattuale e la perdita del cuneo fiscale”.
Una situazione inaccettabile, generata dai politici e che, transitando attraverso gli infermieri si ripercuote su chi lavora e sulla collettività.
La professione infermieristica deve tornare ad essere appetibile. “Non vi possono essere incertezze nell’acquisire immediatamente gli infermieri che si laureeranno nel mese di dicembre. Le amministrazioni – conclude il segretario nazionale Nursind, Andrea Bottega – si devono attivare fin da subito in modo tale che le procedure siano pronte per intercettare questa fondamentale risorsa, che rischia di essere dispersa nel settore della sanità privata. Ricordiamo che questi nuovi professionisti sono stati formati a totale carico della collettività e delle strutture pubbliche, quindi sarebbe l’ennesimo regalo ad un sistema di salute privatistico che punta a depredare gli ospedali”.
C. stampa
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