Venerdì 13 ottobre, presso la Sala Consiliare del Comune di Enego, si è tenuto l’incontro “Sanità a servizio del cittadino”.
Al centro del convegno, che ha interessato un cospicuo pubblico, i progetti di sviluppo e rafforzamento della medicina territoriale a sostegno del territorio. Gli obbiettivi futuri sono quelli di assicurare e quindi garantire numerosi servizi direttamente nei vari distretti, grazie anche all’utilizzo di nuove tecnologie come la telemedicina.
Ad aprire la serata il saluto della dirigenza dell’ULSS 7, a seguito di un focus sulla medicina territoriale e sullo svolgimento del servizio di urgenza – emergenza medica.
Presenti tra gli altri il sindaco Marco Frison, il direttore sanitario dell’ULSS 7 Pedemontana Antonio Di Caprio, il Dottor Piasentin Giuseppe, responsabile del “progetto Altopiano”, il coordinatore di cittadinanzattiva di Asiago (e direttore della Casa di riposo asiaghese) Paolo Finco e sempre per Cittadinanzattiva Manuele Bozzetto assieme al segretario regionale Lorenzo Signori. In sala anche il sindaco di Rossano Veneto, Marco Zonta e l’assessore con delega all’istruzione e alle politiche giovanili Battaglin Helga.
Presentati dall’assessore alle politiche sociali di Enego Sabrina Galvan i vari servizi presenti presso il distretto sanitario eneghese che ad oggi suddiviso su due piani ospita due medici di base e un’infermiera che tra i vari compiti segue l’accettazione. Presente poi il punto prelievi, vaccini e il sevizio di guardia medica punto di riferimento essenziale anche per pratiche e medicazioni.
Tra i servizi presenti nel territorio, è importante ricordare che presso il comune di Enego, grazie ad una convenzione con la casa di riposo di Asiago è stato attivato da qualche mese anche il servizio di assistenza domiciliare, con l’obbiettivo di assistere a domicilio i cittadini più fragili attraverso la cura della persona, governo della casa e il proseguimento del servizio già esistente delle consegna dei pasti a domicilio.
Un nuovo servizio invece verrà attivato nel prossimo mese in collaborazione con cittadinanzattiva. Si chiamerà “sportello aiuto per l’accesso ai servizi sanitari”.
Grazie al supporto di alcuni volontari si garantirà assistenza in loco e telefonica a tutte le persone che per svariati motivi presentano delle difficoltà nella prenotazione di visite mediche ma che potranno essere svolte tramite prenotazione eseguita da codeste persone che si impegneranno per lo svolgimento di questo servizio, in corso di pianificazione. Orari e modalità di accesso verranno rese note in un apposito articolo di approfondimento.
L’ultima tematica oggetto di discussione è stata quella relativa al progetto “ Community pro”. Il piano è suddiviso in delle macro aree, le mappe di comunità che hanno l’obbiettivo di raccogliere le conoscenze dei partecipanti relative alle risorse e criticità che interessano il territorio, le strategie di comunità, individuano quindi le logiche, i criteri e riferimenti che possono portare all’attuazione del piano di Resilienza. Piano, quest’ultimo, che si propone di aumentare la resilienza delle comunità locali nei confronti di fenomeni che producono repentini e consistenti trasformazioni nel territorio e obbligano a modificazioni anche temporanee dei comportamenti.
Tramite l’ideazione di attività di laboratorio sono state raccolte criticità e potenzialità del territorio.
Ciò che emerso dai focus Group, dove ha partecipato anche il consigliere del Comune di Enego, con delega allo spopolamento, Simone Turato e l’assessore alle politiche sociali Monica Gios è che le contrade del nostro Altopiano sono caratterizzate da un forte isolamento, accentuato dalla difficoltà di collegamento, fenomeno che limita l’accesso ai vari servizi e alla socialità. Tra i punti di forza invece il patrimonio forestale l’ottima qualità dell’aria, aggiunta all’interessante proposta di percorsi naturalistici. Tutti i laboratori realizzati mirano a rispondere alle criticità del territorio tramite le potenzialità. Tra i partner del progetto l’azienda sanitaria ULSS 7 e i Comuni di: Asiago, Roana, Gallio, Rotzo, Foza, Lusiana Conco e Enego con l’Unione Montana Spettabile Reggenza dei 7 Comuni. Le azioni del piano di “resilienza è comunità” sono articolati in tre parti, sociali, ambientali e culturali.
Priorità sociali
- Predisporre un flusso informativo stabile e completo sugli orientamenti ancorché sulle scelte delle amministrazioni, accessibile dai cittadini.
- Operare scelte volte al benessere diretto degli abitanti e al rispetto del territorio, comprensibili negli obiettivi, condivise in percorsi decisionali aperti e partecipati.
- Rendere espliciti i motivi delle scelte delle amministrazioni, gli interessi che li sostengono.
- Favorire il rapporto diretto tra cittadini e amministrazioni, mantenere costante la capacità di ascolto.
- Predisporre sistemi di valutazione e monitoraggio delle scelte.
- Operare nel quadro della reversibilità delle scelte ove esse non raggiungano nel tempo gli obiettivi di interesse comune propostesi.
- Promuovere l’attivazione diretta dei cittadini anche oltre l’adesione alle organizzazioni del terzo settore anche attraverso laboratori aperti sia su temi specifici che generali, autonomi dai partiti, luoghi di co-progettazioni in autogestione, luoghi informali di proposta, a cui le amministrazioni pongono attenzione. Una partecipazione diretta non mediata, che integri la funzione preziosa e non sostituibile dei corpi inter medi.
- Promuovere la partecipazione informale anche sostenendo l’auto organizzazione dei cittadini, in un continuo processo di ascolto
- Comporre reti di reciproca assistenza tra i cittadini e organizzazioni del terzo settore.
- Promuovere l’attenzione delle singole comunità in contesti specifici all’interno della più ampia comunità alla quale appartengono mantenendo quella dimensione di prossimità che favorisce la partecipazione.
Priorità ambientali
- Ridurre è obiettivo prioritario della contemporaneità, è l’indispensabile azione atta a dare significato all’efficienza (l’uso razionale parsimonioso – delle risorse è il primo ineludibile processo di efficientamento).
- Non demandare la riduzione e la modificazione dei comportamenti alla sola azione dei cittadini; le amministrazioni locali con le loro scelte debbono contribuire al raggiungimento di risultati ambientali (illuminazione congrua, potenziamento della mobilità pubblica e promozione di forme di mobilità attiva, efficienza energetica edifici, eliminazione del monouso, limitazione traffico su gomma, etc.)
- Ridurre i consumi dell’acqua (civile, industriale, agricola), aumentare gli accumuli anche a scala domestica, riusare le acque, riqualificare le reti di distribuzione idriche, etc.
- Avviare diffusi interventi di riforestazione urbana, come forma necessaria di adattamento ai cambiamenti climatici.
- Promuovere la qualità dell’ambiente quale primo fattore di salute.
- Favorire mobilità attiva e sostenibile, a partire dal camminare, anche come pratica di benessere.
- Promuovere la produzione di energia da fonti rinnovabili, lo sviluppo di comunità energetiche e l’autoproduzione.
- Mantenimento del territorio agricolo e promozione dei prodotti locali, investendo sulle filiere di qualità
- Educazione alla sostenibilità ambientale per aumentare i comportamenti virtuosi e contrastare comportamenti non corretti. I rifiuti come caso emblematico della partecipazione dei cittadini per il raggiungimento di risultati consapevoli ed efficaci.
- Monitorare che le scelte del PNRR rispondano a criteri di marcata sostenibilità ambientale.
Priorità culturali
- Promozione della conoscenza del patrimonio ambientale e culturale, come riscoperta valoriale dell’identità delle comunità e del territorio che vivono.
- La politica come servizio ai cittadini e non come affermazione di una parte. La parte-cipazione, dunque, come strumento di riavvicinamento tra politica e cittadini.
- Forme di governance amministrativa che non compromettano la fondamentale capacità di prossimità tra istituzioni e cittadini.
- Territorio, comunità e questione fiscale.
Necessità di individuare misure a sostegno delle comunità che vivono condizioni svantaggiate al fine di non generare una pressione per servizi non erogati; trovare equilibrio tra la richiesta di servizi e gettito fiscale in aree fortemente caratterizzate dalla domiciliazione temporanea. - Sostegno alle fasce più giovani per favorire l’avvio di attività d’impresa, come pratica di lotta allo spopolamento. Tra le prime misure, l’assegnazione a titolo non oneroso di spazi non utilizzati, anche come forma di prevenzione al degrado dei luoghi.
- Promozione dei servizi culturali come fonte di crescita della comunità e formazione della capacità critica e propositiva, alla base della cittadinanza attiva e della cura del bene comune.
- Praticare la solidarietà e la cultura dell’altro come collante della comunità.
Gli attivatori del progetto: Lorenzo Signori, Paolo Finco, Manuele Bozzetto, Massimiliano Berton, Catia Zanon
I volontari coinvolti: Fabio Vivian, Mattia Signori, Monica Gios, Marilena Rigoni, Giuliana Pinaroli, Renato, Rigoni, Giuseppe Buda, Beatrice, Pesavento, Annarita Rigoni, Simone Turato, Adriano Cappellari, Daniela Lorenzon.
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