Le Pioveghe, antiche vie di confine con la Valbrenta

Per raggiungere Enego il comune più orientale dell’Altopiano dalla vallata della Valbrenta, anticamente era necessario percorrere due antiche vie di confine, note più comunemente come Pioveghe.

Gli itinerari

  1. Piovega di sopra 

Questa antica mulattiera veniva un tempo utilizzata per il traporto del legname verso la vallata. Ad oggi il percorso si sviluppa su 10 km con un dislivello di 550 metri su mulattiera selciata, a volte interrotta da brevi tratti di asfalto. La differenza sostanziale tra questo itinerario è quello della pioveva di sotto è il percorso più rettilineo e meno tortuoso. La sua costruzione risale a circa il 1600 e negli anni ha ricoperto un ruolo fondamentale per il trasporto del legname dei boschi della Piana di Marcesina e dei beni essenziali per la vita quotidiana. Per i più audaci consigliamo il percorso CAI 868, che permette dalla Vallata di raggiungere località Tombal, ai piedi del Monte Lisser.

Durante il tragitto si passa per l’abitato di Enego, dove è possibile visitare la Pala di Santa Giustina di Jacopo da Ponte custodita all’Interno del Duomo, o eventualmente è possibile visitare previa prenotazione la Torre Scaligera, il torrione del vecchio castello del paese.

La vista spazia dal Massiccio del Grappa, ai Lagorai e alla Pale di San Martino.

  1. Piovega di Sotto

L’antico sentiero in selciato richiama la più nota è vicina Calà del Sasso. L’itinerario si sviluppa su circa 7 Km, con un dislivello inferiore a 600 metri. Anche in tale percorso è presente qualche piccolo tratto di asfalto, è necessario infatti attraversare la strada Provinciale Enego – Primolano (ex carrozzabile) .

Rispetto alla Piovega di Sopra dall’abitato di fosse di Sotto e fino al Col Bartaise si attraversano dei grandi  prati alternati da dei tratti che si sviluppano all’interno del bosco.

Una volta arrivati alle porte del paese, il percorso giunge in località Bartaise, uno dei luoghi più mistici del paese. Qui merita sicuramente una visita il portale energetico composto da carpini, un frassino e dodici querce, l’albero sacro, e per i più audaci una visita al quarto altare dell’Altopiano, con incisioni antichissime ancora da decifrare, a strapiombo sulla Valbrenta, noto come altare del Tool.

Giungendo infine al centro del paese, allo sbocco del cimitero sorge un’antica chiesetta dedicata a Sant’Antonio Campestre, qui le campane del vecchio campanile vengono suonate ancora a mano.

In entrambe le Pioveghe sono stati costruiti  diversi capitelli, a testimonianza della radicata fede religiosa dei montanari.


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