I post pubblicati dall’amministrazione Boscardin sul profilo social del Comune nei giorni precedenti le elezioni erano un metodo di propaganda che viola la legge 28/2000 sulla parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie e per la comunicazione politica. A decretarlo dopo aver valutato le conclusioni dell’istruttoria del comitato regionale per le comunicazioni del Veneto inerente il procedimento avviato nei confronti del Comune di Enego è stata l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, la quale ha sanzionato il Comune stesso imponendo di pubblicare sulla home page del sito istituzionale una nota che riportasse l’indicazione di non conformità alla legge delle azioni svolte.
L’infrazione rilevata da Agcom riguarda l’articolo 9 della legge secondo la quale “dalla data di convocazione dei comizi elettorali e fino alla chiusura delle operazioni di voto è fatto divieto a tutte le amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle effettuate in forma impersonale e indispensabili per l’efficace assolvimento delle proprie funzioni”.
Nelle settimane precedenti le elezioni del 14 e 15 maggio scorsi sulla pagina Facebook del Comune erano apparsi diversi post che riassumevano le azioni messe in campo dall’amministrazione a favore del territorio. Un comportamento che, nonostante l’utilizzo nella maggior parte dei casi della forma impersonale, a più di qualche cittadino era apparso borderline, ai limiti della legalità. Secondo Agcom, i post a non avere i requisiti necessari dell’impersonalità o dell’indispensabilità sono la registrazione del consiglio comunale del 28 aprile, nel quale “si trattavano argomenti riconducibili solamente ai fini di pura propaganda elettorale” e veniva svolto un resoconto dei cinque anni di mandato, la pubblicazione il primo maggio di un articolo inerente l’affidamento del centro fondo Valmaron alla nuova gestione, il post del 5 maggio riguardante la liquidazione del contributo di trasporto scolastico, il post del 7 maggio sulla realizzazione di un percorso didattico e infine i post del 9 maggio relativi alla conclusione dei lavori per lo scolo delle acque e l’adesione del Comune di Enego all’Ogd Montagna Veneta.
A niente sono valse le controdeduzioni addotte dall’amministrazione uscente, che sostiene la buona fede delle proprie attività, volte solamente ad “agire in totale trasparenza nei confronti dei cittadini, esercitando le funzioni di sindaco, comprese le normali attività di comunicazione Comune-cittadino, fino alla fine del mandato”.
Insospettiti dai continui post, alcuni cittadini si erano resi protagonisti di una segnalazione al Prefetto per garantire pari condizioni a entrambi i candidati. “Un gesto dovuto – spiega Adriano Cappellari, tra coloro che hanno interpellato l’autorità – che non è stato fatto con nessun intento polemico o provocatorio, come si immagina purtroppo qualcuno, ma semplicemente per principio, per rispetto verso la lista avversaria, verso tutti i cittadini e soprattutto della legge. Quel tipo di propaganda non andava fatta, le attività fatte dal comune le sapevamo già, arrivati in quel periodo, e non c’era bisogno che gli ultimi giorni, in piena campagna elettorale, si mettessero, con la pagina istituzionale del comune, a fare post inopportuni e lesivi della par condicio elettorale. I post pubblicati non erano indispensabili per l’efficace assolvimento delle funzioni amministrative come indicato dalla legge vigente, quindi ho ritenuto assolutamente opportuno segnalarlo a chi di dovere.”
“Tengo inoltre a sottolineare – prosegue Cappellari – che nessuno si è mai permesso di obbligarmi o più semplicemente di dirmi di segnalare quanto accaduto, ho agito di mia spontanea volontà appena mi sono accorto delle evidenti irregolarità, senza dover prestare il mio nome a nessuno su quell’esposto che ho scritto personalmente, firmato e inviato alla prefettura. Dico questo per smentire chi, ad oggi, insiste a volere far passare un messaggio sbagliato per quanto riguarda il mio gesto, che ritengo assolutamente giusto, soprattutto per aver dimostrato, ancora una volta, rispetto verso la legge italiana.”
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