Se la notizia è arrivata come un fulmine a ciel sereno, va detto che aveva destato qualche sospetto la mancata pubblicazione del bando di partecipazione all’edizione 2023, bando che ricordiamolo lo scorso anno, era scaduto già a fine aprile.
Il premio, che si è svolto fino ad oggi con cadenza annuale alternativamente fra Trentino e Veneto, tendeva a rintracciare gli elementi di eccellenza della narrativa e della saggistica di ambito alpino all’interno di opere edite nei due anni precedenti, individuando alcuni settori di interesse specifici: il paesaggio alpino, le attività produttive tradizionali, i valori naturali dell’ambiente montano e le sue relazioni con l’antropizzazione e la crisi climatica, il contesto socioculturale delle comunità alpine, la caccia, la guerra in montagna come scenario della storia europea, il patrimonio narratologico dell’arco alpino. Tutti temi centrali anche nell’archivio di Mario Rigoni Stern e in gran parte dei suoi scritti.
La civiltà alpina, con le sue lingue, i suoi usi e costumi, con la cessazione dell’attività del premio Mario Rigoni Stern cui era dedicato, perde così questa preziosa possibilità di essere portata a conoscenza del pubblico appassionato.
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