La polemica sollevata dai componenti del gruppo consigliare Noi di Gallio e le sue Contrade sulle celebrazioni del 25 aprile termina con una scia che arriva fino nelle stanze di Palazzo Balbi, a Venezia. A rispondere alle illazioni mosse da Pinaroli, Sambugaro e Stella è stata anche l’assessore regionale Elena Donazzan, direttamente coinvolta dalla minoranza del Comune di Gallio in qualità di fonte di ispirazione delle ideologie politiche a loro dire condivise dal sindaco Munari e dalla sua giunta.
L’assessore della regione del Veneto con delega alla formazione, al lavoro e alle pari opportunità dal 2021 combatte con le accuse di apologia del fascismo sollevate in seguito alla sua partecipazione ad una trasmissione radiofonica, in occasione della quale intonò Faccetta Nera ricordando momenti d’infanzia vissuti insieme allo zio.
Ma stavolta, dopo le parole espresse dai consiglieri di minoranza di Gallio per attaccare Munari e i suoi assessori, quando la reprimenda subita in sede di consiglio regionale a gennaio del 2021 e il conseguente voto con esito contrario alla mozione volta a chiederne le dimissioni sembravano aver messo fine alla questione, l’assessore ha voluto replicare. “Sono le farneticazioni di una minoranza priva di contenuti amministrativi che cerca di buttarla in rissa”, affonda Donazzan.
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