Enego è uno tra i comuni con il maggior tasso di anzianità del Veneto, un dato che crea una certa preoccupazione, in particolar modo per il futuro.
Nel comune situato più a oriente dell’altopiano a fine 2021 si conteggiavano 1562 residenti di cui 796 maschi e 766 femmine. Ben 263 in meno rispetto al 2011. E non va meglio per le nascite dove con difficoltà si raggiungono i 10 parti annuali. Un trend quello Eneghese che rispecchia anche quello di numerosi comuni dell’Altopiano.
Bisogna dunque attuare delle politiche in grado di invertire nel più breve tempo possibile questo fenomeno, cercando anche di trattenere nel territorio la fetta più giovane di popolazione. Creare delle opportunità di lavoro rientra sicuramente tra le principali soluzioni per arginare le cause di questo fenomeno. Per contrastare questa tendenza è importante incentivare lo sviluppo delle attività economiche locali, creando occupazione e attirando nel territorio potenziali imprenditori e investitori.
Particolare attenzione va posta poi ai servizi pubblici, l’altopiano infatti a causa della sua morfologia che lo rende poco capillare e lontano da centri cittadini, rende difficoltosa la fruizione di numerosi servizi essenziali. Migliorare questi servizi può rendere più attraente la permanenza nella zona, oltre a migliorare la qualità della vita della popolazione residente e dei suoi ospiti. In un territorio come l’altopiano bisogna ulteriormente promuovere lo sviluppo turistico: il turismo infatti rappresenta una fonte o più presumibilmente la principale fonte di reddito. Promuovere il territorio e le sue attrazioni turistiche può contribuire ad attrarre visitatori e creare ulteriori opportunità di lavoro. Ad aiutare questo sviluppo sicuramente anche l’utilizzo dei fondi del PNRR ovvero il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, piano sviluppato dal governo italiano in risposta alle sfide economiche e sociali create dalla pandemia di COVID-19. Per Enego il progetto riguarda innanzitutto il recupero della ex scuola elementare, con la sistemazione degli spazi interni e l’allestimento di un polo museale archeologico, naturalistico, storico e l’acquisto di attrezzature interattive.
Verrà inoltre valorizzata l’area del Forte Lisser tramite elettrificazione del sito storico, mentre per il Castello Scaligero sono previsti la riqualificazione della torre, delle mura e delle scale e il recupero della recinzione storica perimetrale.Anche il centro fondo Valmaron rientra nel piano degli interventi previsti.
Molte sono le comunità montane che devono dunque far fronte a queste problematiche e che a volte possono creare anche della diversità culturale e della vitalità delle comunità e la perdita di conoscenze e tradizioni tramandate di generazione in generazione. Per contrastare lo spopolamento, molte comunità di montagna italiane stanno cercando di promuovere lo sviluppo con un modello che crea di nuove attività economiche sostenibili, come il turismo responsabile, l’agricoltura biologica e la produzione di energia rinnovabile andando a sostenere i giovani che credendo ancora nelle potenzialità del proprio territorio decidono di investire in loco. Inoltre, si sta cercando di migliorare l’accesso ai servizi essenziali, come l’assistenza sanitaria e l’istruzione, e di creare reti di supporto per le famiglie e le imprese locali. Altre realtà invece si concentrano maggiormente nel far conoscere la bellezza e la ricchezza delle culture locali, al fine di attrarre nuovi residenti e visitatori interessati a vivere un’esperienza autentica in montagna.
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