Successo alla 4^ edizione del Premio Ermanno Olmi, dedicato ai cortometraggi

Premio Ermanno Olmi 2022

Martedì sera, nella cornice dell’Auditorium di Bergamo, si è tenuta l’edizione 2022 del Premio Ermanno Olmi, iniziata con la proiezione delle quattro opere finaliste del concorso e, subito dopo, di un omaggio al regista con “La cotta”, episodio scritto e diretto da Olmi per il programma televisivo “Racconti di giovani amori”, girato in un suggestivo bianco e nero e ambientato nella Milano del miracolo economico italiano.

A vincere la 4^ edizione del Premio internazionale destinato a promuovere e valorizzare i cortometraggi di giovani registi è stata l’opera intitolataFlores del precipicio” realizzata da Andrea Gatopoulos (Spagna, Italia, Brasile, 2022).

Il secondo posto è andato a ”La Vera Storia della Partita di Nascondino Più Grande del Mondo” di Paolo Bonfadini, Irene Cotroneo, Davide Morando (Italia, 2021), e il terzo a “Garfield Coquillage” di Paul Marques Duarte (Francia, 2022).
Alle prime tre opere classificate, tra le oltre 70 pervenute, è stato rispettivamente riconosciuto un premio in denaro di 1.200, 500 e 300 euro.

La menzione speciale per l’opera più significativa inerente “La religione delle piccole cose”, motivo che permea il lavoro del regista bergamasco e le sue testimonianze di una ricerca spirituale che poco ha a che fare con i dogmi, mentre si realizza nelle relazioni umane, nel rapporto con la natura e nella capacità di cogliere la poesia del quotidiano, va a “Sonnenstube” di Davide Palella (Italia, 2022)

Premio Ermanno Olmi 2022 - i vincitori

La scelta della giuria – composta da Filippo Ticozzi (regista), Diana Cardani (responsabile sezioni cinema d’animazione e Kino Club Bergamo Film Meeting), Donatella Palermo (produttrice cinematografica), Andrea Zambelli (regista, sceneggiatore e direttore della fotografia) e Erika Ponti (produttrice cinematografica) – è caduta su Flores del precipicioPer la raffinata semplicità con cui si percepisce la dolcezza di un rapporto recuperato, nell’aridità in cui è immerso il mondo. Un piccolo racconto che parla di perdita, distanza fisica e affettiva, ma anche del bisogno di riallacciarsi con il proprio passato, che è rimasto ai piedi di una scarpata ad aspettare, silente. Un padre e una figlia, il rapporto più difficile del mondo, e, intorno a loro, uno spazio sconfinato: infinite possibilità di ricominciare“.
La vera storia della partita di nascondino più grande del mondo si aggiudica il secondo posto “Perché è un film capace di raccontare una storia che coniuga un gioco come Nascondino alla rievocazione della Resistenza partigiana nel paese di Serravalle Langhe. Il film è allo stesso tempo lieve e impegnato. La messa in scena di alcune sequenze ricostruite si mescola bene all’impianto realistico del racconto della vicenda, creando un’ibridazione ben riuscita tra le due sintassi cinematografiche. L’uso delle grafiche e della musica risulta divertente e efficace per restituire la dinamica della partita del gioco, il materiale d’archivio è dosato bene e facilita il collegamento tra le due polarità della storia senza appesantire il racconto“, mentre il terzo premio lo porta a casa Garfield CoquillageIspirato ad una notizia tanto assurda quanto vera, il film indirizza la prospettiva del tema ecologico verso un’osservazione candida e innocente della diversa comprensione del mondo da parte dei bambini. Un delicato racconto di un’età in cui ogni piccola cosa diventa un tesoro per gli occhi e la curiosità strumento di immaginazione e di involontaria comprensione di sé e del mondo, il film è una commovente riflessione sull’amicizia, quella spensierata e viscerale tipica dei bambini“.
La stessa giuria, con la seguente motivazione, attribuisce la menzione speciale a Sonnenstube: “Un personaggio appartato e ossessivo, diviene la porta attraverso la quale rivedere il mondo con occhi nuovi, radicati nelle profonde capacità analogiche del cinema. Le cose luccicano di una nuova sostanza attraverso la prospettiva dell’audiovisivo, rivelando l’intrinseca ambiguità di ogni cosa. Potere del cinema e della luce, del sole che qui trascolora in nitrato d’argento e pixel, portandoci in un altrove che è, sempre e comunque, il nostro misterioso mondo“.


La cotta

di Ermanno Olmi (Italia 1967, 47′)

Mediometraggio, interpretato da due attori non professionisti, Luciano Piergiovanni e Giovanna Claudia Mongino, racconta le prime esperienze amorose di Andrea, quindicenne intelligente ma non troppo impegnato negli studi, alle prese con una cotta per Janine. Il giovane si illude che il suo sia il vero ed eterno amore ma, al primo contrattempo, è già pronto a innamorarsi di un’altra ragazza, questa volta però molto più matura di lui. Costei, onestamente, cerca di fargli capire che il vero amore non lo si riconosce in una cotta, ma lo si deve costruire lentamente, soffrendo. Andrea non l’ascolta, convinto di essersi innamorato definitivamente.


Credit: Premio Olmi

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Siamo presenti anche su TELEGRAM, iscriviti al nostro gruppo per rimanere aggiornato e ricevere contenuti in esclusiva: https://t.me/settecomunionline