Novembre è stato il mese di ricorrenza del 70esimo anniversario di fondazione di due istituzioni che toccano la vita di tutte e tutti noi quotidianamente, che lo sappiamo o meno: il Parlamento Europeo e l‘UNCEM (Unione Nazionali Comuni, Comunità ed Enti Montani).
Cominciamo con UNCEM, forse la meno nota tra le due. UNCEM è una organizzazione nazionale, con sede in ogni Regione, che ha come primo intento il radunare in un unico ente e rappresentare assieme tutti i comuni montani e le comunità montane, oltre ad associare province, consorzi, camere di commercio e altre entità che abbiano la propria attività prevalente in territorio montano.
UNCEM trova fondamento di azione a partire direttamente dall’articolo dall’articolo 44 della Costituzione che fissa il principio di “conseguire il razionale sfruttamento del suolo e di stabilire equi rapporti sociali”, in particolare al secondo comma si parla di “provvedimenti in favore delle aree montane”: ecco la rivendicazione fondativa di UNCEM, o meglio di tutti quegli enti che, per mille motivi, troppo spesso venivano e vengono ignorati perché operanti in territori periferici e meno abitati, quindi meno “pesanti” politicamente.
UNCEM ha le idee chiare e le esplicita nel suo manifesto: “La montagna per troppo tempo territorio dal quale scappare, fuggire dalla desolazione e dalla povertà, per essere oggi spazio vivo che non si sente margine e che chiede alla Politica, alle Istituzioni, di accompagnare processi già in atto di transizione, ecologica, energetica, sociale, economica. Le comunità sono pulsanti e vivere, lavorare, studiare sui territori alpini e appenninici è possibile, oltre ogni retorica e luogo comune. Paesi che lavorano insieme, lungo le valli, che vogliono essere soggetti propulsivi di sviluppo, grazie anche a Comunità montane e Unioni montane di Comuni.” E il territorio dei 7 Comuni non è che una viva e vera conferma di quanto affermato.
Troppo spesso si pensa che parlare di “montagna” voglia dire riferirsi a pochi spazi e poche persone: sbagliato!
Stiamo parlando -seguendo i dati UNCEM- di 3400 e poco più Comuni italiani sugli 8000 totali, ovvero, 8,8 milioni di persone (sui circa 60 milioni totali): una minoranza, certo, ma una minoranza davvero consistente e certamente meritevole di -maggiore- ascolto e -maggiori- impegno ed azione, non solo parole e proclami.
Per dare una panoramica complessiva, parliamo di 1542 Comuni nell’arco Alpino e 1612 nell’arco Appenninico, di cui 379 nell’arco appenninico settentrionale, 575 in quello centrale e ben 658 in quello meridionale: altro che questione “solo del Nord”! E qui si smonta un’altra falsa credenza, che ha il potenziale di unire politiche e partiti di ogni latitudine.
E poi ancora ci sono i Comuni montani in Sicilia (102) e in Sardegna (215). La “questione montagna” si potrebbe dire provocatoriamente sia più “una questione da Sud” che da Nord!
“Camminare insieme” sarà il tema dell’Assemblea nazionale UNCEM a Roma, il prossimo 13 dicembre. “Dopo 70 anni di storia – afferma l’attuale Presidente Marco Bussone – sarebbe limitativo ricondurre tutto a questioni sindacali, richieste e istanze. Certo ci sono, ma prima di tutto viene la capacità degli Amministratori locali di creare coesione e senso di appartenenza tra le comunità di più paesi di una valle. Sentire attraverso i Comuni lo Stato vicino, essere paesi che fanno il Paese. È un dato istituzionale e politico, che non possiamo e vogliamo tenere per un compleanno. La montagna non si isola, non è riserva, è in dialogo con le Città, con le aree urbane, stringe patti e sinergie, dialoga e promuove interazioni. È viva.”
L’attuale Presidente è appunto Marco Bussone, in carica dal 2018, che è Consigliere Comunale a Vallo Torinese (TO) e Consigliere della Comunità Montana delle Valli di Lanzo, Ceronda e Castellone, in Piemonte.
Per il Veneto la delegazione nazionale è composta dal Presidente UNCEM regionale, che è ad oggi e per il mandato 2020-2025 Enrico Vigne, Assessore del Comune di Santa Giustina (BL), e dal Sindaco di Salcedo (VI), Giovanni Antonio Gasparini che siede nel Consiglio e nella Giunta Nazionale di UNCEM.
UNCEM è sempre stata tenuta in buona considerazione dalle più alte Istituzioni Nazionali, ed infatti i propri Presidenti vennero accolti al Quirinale dal Presidente della Repubblica: Edoardo Martinengo il 10 ottobre 1986 da Francesco Cossiga; Guido Gonzi il 13 maggio 1996 da Oscar Luigi Scalfaro. Il 20 aprile 2016 il Presidente Sergio Mattarella ha incontrato Enrico Borghi con la doppia veste di Presidente UNCEM e Presidente dell’Intergruppo Parlamentare per lo Sviluppo della Montagna, organizzazione che ulteriormente allarga il numero di enti e organi che hanno come fine la promozione della montagna, per così dire e con intento lodevole “la lobby della montagna”.
Attorno alla questione della montagna ed alla battaglia politica per la sua tutela e valorizzazione si sono attivate tante energie e formazioni, da fondazioni come Fondazione Montagne Italia che periodicamente emette un proprio Rapporto sullo stato dell’arte, a UNIMONT-Università della Montagna interno all’Università degli Studi di Milano, ossia il Centro di Ricerca “Centro di Studi Applicati per la Gestione Sostenibile e la Difesa della Montagna (Ge.S.Di.Mont.)” composto da ben 9 dipartimenti dell’Università di Milano.
Tutti ci chiediamo come si possa e quanto sia difficile lottare per la montagna. «Un compito non facile» affermava il Presidente (dal 2000 al 2018) Enrico Borghi, «in quanto la montagna italiana continua ad essere uno spazio estremamente frammentato nella sua rappresentanza istituzionale e un territorio sempre più interessato da fenomeni di trasformazioni economiche, sociali e culturali generate dalla globalizzazione».
Sì, perché chiaramente e per fortuna nessun partito rivendica meno di altri il proprio interesse alla tutela ed alla valorizzazione della Montagna, perciò per un verso è un tema trasversale che vede tutti uniti, ma per l’altro non emerge mai dallo scontro politico, non riuscendo ad arrivare dentro i punti focali delle agende di alcuno dei partiti.
Sono però sempre di più, anche alla luce dell’evidente cambiamento climatico in atto, le personalità politiche di ogni colore che riescono ad emergere a livello nazionale facendosi validi e giusti alfieri delle istanze della Montagna. Non resta che confidare in loro ed a loro augurare buon lavoro.
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