Nel corso di una giornata, dall’alba alla notte stellata, la voce di Stern ricorda gli anni di guerra e di prigionia. Il Sergente degli alpini, ritornato a casa, è divenuto col tempo il Custode dell’altopiano di Asiago e la sua terra natale assume il valore di un mondo da preservare contro le guerre e l’indifferenza.
A guidare la narrazione del documentario è la stessa voce di Mario Rigoni Stern in persona. Partendo dagli ultimi anni e viaggiando a ritroso, lo scrittore ricorda la guerra, la prigionia e il ritorno a casa, per concludersi al momento della pubblicazione del “Sergente nella neve” (1953), libro che segna l’inizio della sua carriera.
Per rispettare questa narrazione personale, gli autori hanno ricercato testimonianze legate alla vita privata dello scrittore. Oltre alla moglie e i figli, intervengono amici nel campo del teatro, del cinema e della musica e personalità legate a collaborazioni di cui lo scrittore ha lasciato documentazione.
Simbolicamente il racconto si svolge nell’arco di un giorno sull’altopiano, ma altri luoghi della storia ci portano in Val d’Aosta, in un lago in mezzo alle montagne e al castello Duca degli Abruzzi, sede della scuola militare di alpinismo alla quale Stern si era arruolato volontario nel ’38. E poi in Austria, al passo Preblich, alla ricerca del Lager in cui mette ordine agli appunti e riprende a scrivere “Il Sergente nella neve.”
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