Un diritto negato che è andato di traverso a qualche cliente. Da questo nascono le segnalazioni giunte alla Guardia di Finanza, che è dovuta intervenire anche al museo naturalistico Patrizio Rigoni di Asiago.
Una questione nata per pochi euro, un biglietto d’ingresso che varia dai 2,5 euro del ridotto al massimo ai 15 euro del biglietto intero, comprensivo di escursioni o esperienze di laboratorio. Eppure la normativa entrata in vigore lo scorso giugno non lascia margini di interpretazione: i pagamenti elettronici devono essere garantiti a tutti. E così quando una famiglia ha chiesto di poter pagare con il Pos l’accesso alle sale del museo naturalistico, gli operatori non hanno saputo accontentarli né fornire una spiegazione. Inevitabile la sanzione elevata al Comune di Asiago dalle fiamme gialle, decisamente simbolica.
“Spiace che per una sciocchezza del genere il nostro museo didattico naturalistico ottenga tanta celebrità – commenta la faccenda il sindaco di Asiago, Roberto Rigoni Stern – Evidentemente questo fatto assume più rilevanza mediatica delle molte operazioni che la Guardia di Finanza ha svolto egregiamente durante tutta l’estate a presidio della legalità su tutto il territorio dell’altopiano. Sta di fatto che il ritardo nella consegna del pos ha indispettito un utente, il quale voleva far valere il suo diritto di poter pagare il biglietto di ingresso con il bancomat, motivo per cui il comune dovrà sborsare la bellezza di 30 euro di multa che provvederò io personalmente a corrispondere quando sarà notificata la sanzione, pur essendo la colpa di tale ritardo nell’installazione non certo attribuibile a me stesso. Voglio comunque sottolineare come l’eccellente lavoro che quotidianamente viene svolto dal nostro museo e dai molti volontari che ruotano attorno all’attività di divulgazione scientifica che in esso viene svolta non possa essere messo in discussione da questo singolare episodio che nulla ha a che vedere con quanto di bello e positivo viene compiuto al suo interno”.
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