Da Gallio nasce un disegno di legge sul patrimonio delle malghe pubbliche

Ad aprire la strada, le azioni considerate lungimiranti del Comune sul tema dell'assegnazione delle malghe

Malghe Gallio

Una legge regionale per colmare la zona grigia della legislazione sul tema delle malghe. Un’operazione di legiferazione per la quale sono stati stanziati 50 mila euro e che fornirebbe utili linee guida per la gestione del patrimonio regionale delle malghe e l’esercizio dell’attività di alpeggio. È questa la proposta di legge presentata alla Presidenza del Consiglio il 25 agosto scorso dalla Giunta regionale del Veneto per la valorizzazione del patrimonio regionale delle malghe pubbliche.

Si tratta di circa 700 realtà in Veneto, di cui 230 solo nella provincia di Vicenza, la maggior parte delle quali è soggetta ad uso civico, cioè gestita dal Comune per conto della collettività titolare dei beni ad uso civico con contratti di concessione pluriennale. Tale quantità di strutture, molte delle quali fanno anche attività di agriturismo oltre alla monticazione, non rientrano però ancora in un database centralizzato che ne registri l’esistenza e la relativa superficie a pascolo. Informazioni la cui raccolta è oggi in capo ai Comuni, alle Unioni Montane, alla Regione e ai vari entri strumentali, mancando di coordinamento e di uno scopo comune.

Ecco quindi che il progetto di legge numero 152 si propone di istituire un disciplinare e un registro del patrimonio regionale delle malghe pubbliche, a beneficio dei proprietari e dei gestori che potranno così spendere anche a fini promozionali il formale riconoscimento regionale come strumento di marketing territoriale e commerciale. La malga e il pascolo infatti, beni che solo con la proposta di legge in questione trovano una precisa definizione giuridica, da tempo non rappresentano solamente il luogo di un’attività produttiva tipicamente montana, ma si va sempre più verso una concezione turistica e di accoglienza dei frequentatori della montagna.

Ad ispirare il lavoro dei tecnici della Regione del Veneto, Simone Bertin ed Erica Zangrando, che ieri sono saliti sull’altopiano per toccare con mano le realtà malghive del territorio di Gallio, proprio l’azione apripista del sindaco Munari che nel 2021 ha dato applicazione al nuovo metodo di assegnazione delle malghe, invitando anche la Regione ad attivarsi dal punto di vista tecnico e normativo. “Gallio è stato il primo comune, seguito poi da Rotzo ed Enego, ad applicare questo metodo innovativo che svecchia la concezione di malga e apre a nuove possibilità. Oggi, con questa proposta di legge, si assiste anche alla concretizzazione del progetto di cui tanti parlano, la Via delle Malghe, da me avviato nel 2019 come presidente dell’Unione Montana e per il quale erano stati ottenuti 140 mila euro – sottolinea Emanuele Munari È duplice il merito di Gallio: aver evidenziato la necessità da parte della Regione di dettare delle linee guida e il fatto di essere stato il Comune pioniere nell’emanare un bando che valorizza le malghe non solo dal punto di vista malghivo ma anche per quanto riguarda l’aspetto turistico-ricettivo.”

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