Ieri mattina, in contemporanea con la mostra mercato di prodotti d’alpeggio, ad Asiago è andata in scena anche la fiera dell’irriverenza. Decine di automobilisti decise a visitare l’evento della fine dell’estate asiaghese hanno ben pensato infatti, data la carenza di posteggi disponibili, di piantare (è proprio il caso di dirlo) le loro auto nel Parco della Rimembranza, in barba ai divieti presenti e ben visibili, lasciando segni evidenti nel manto erboso. Immediato l’intervento degli agenti di Polizia Locale, che hanno sanzionato i contravventori.
Viene da chiedersi se non possa essere sufficiente affidarsi al normale rispetto per un bene pubblico, prezioso polmone verde di una città, ma si debba arrivare a ricordare che si tratta oltretutto di un parco che copre l’area del vecchio cimitero e la zona sacra entro la quale è stata costruita la chiesetta di Santa Maria Liberatrice. O che nel terreno sono infisse aste di ferro battuto con delle targhette in ottone a ricordo dei caduti in guerra.
Questo atteggiamento moderno che rende necessario, addirittura indispensabile, poter raggiungere ogni luogo a bordo di una comoda auto svilisce il senso di rispetto per la natura, per la storia e la cultura dei popoli, in virtù di un diritto acquisito senza garanzia di contraddittorio e che non tiene conto di una prospettiva assai importante: in quale mondo vivranno i nostri figli?
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