A poche ore dall’inaugurazione ufficiale di Made in Malga affiora una polemica inaspettata che riguarda gli spazi espositivi. A battersi sono l’organizzatore dell’evento, Luca Olivan, e il presidente dell’azienda casearia coinvolta, Roberto Brazzale.
La scintilla nasce dalla comunicazione ufficiale diffusa dalla segreteria di Made in Malga tramite il proprio profilo Facebook, con la quale Olivan taglia fuori senza se e senza ma la Brazzale Spa dall’evento: “Informiamo i visitatori che la ditta Brazzale Spa, posizionatasi autonomamente in uno spazio privato in concomitanza con Made in Malga 2022, non rientra tra le aziende iscritte ed ammesse ad esporre alla manifestazione e i prodotti esposti risultano non possedere i requisiti per parteciparvi”.
“L’iscrizione alla manifestazione – prosegue la nota fornendo la motivazione alla base della precisazione – avviene previa selezione del comitato organizzativo ed è in ogni caso riservata ai prodotti di montagna.”
Non condivide la puntualizzazione l’avvocato Brazzale, che considera infondata la velata accusa di essersi spacciato per un espositore di Made in Malga: “Il nostro punto vendita è attivo tutto l’anno nel pieno centro di Asiago, in corso IV Novembre. Non capisco il motivo per cui la nostra azienda non possa posizionare come di consueto un banco mobile in un’area privata (lo spiazzo antistante l’Hotel Sporting, ndr), seppure in concomitanza con Made in Malga. Lo considero un non caso“.
Pare quindi che si sia di fronte ad una mera azione di ingenuo marketing, probabilmente non condivisibile agli occhi di alcuni, messa in campo dalla Brazzale Spa, contrapposta ad un dovuto, e forse richiesto, chiarimento da parte dell’organizzazione dell’evento, che fa capo a Olivan.
Ora che la palla è al centro, la questione sarà ritenuta chiarita in maniera esaustiva o comporterà ulteriori risvolti?
Il post pubblicato dall’organizzazione di Made in Malga
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