Anno complicato per l’acqua. Da mesi, cioè da dicembre 2021, abbiamo assistito a sporadiche precipitazioni e a temperature elevate anche per l’Altopiano. A giugno, nonostante il perdurare della siccità e forse per le quote già versate per i pascoli, si è assistito alla monticazione delle aree adibite. Pascoli magri, acqua nelle pozze scarsa o in alcuni pascoli assente; questi i vari problemi affrontati quest’anno in montagna.
Da sempre in questo Altopiano carsico si sa che il problema acqua è un vero problema. Le acque meteoriche non corrono in superficie ma si inoltrano nella montagna attraverso fessure o voragini e riemergono a valle nelle risorgenti. Oliero in primis che fornisce l’acquedotto principale dell’Altopiano ma anche rio Torretta, Bigonda, Elefante Bianco, Calgeron, Acquedotto della Renzola, ecc.
Ognuna di queste sorgenti dipende da sempre dalle piogge che come già detto quest’anno sono state scarse per non dire nulle. La conservazione integra delle sorgenti diviene quindi fondamentale per la sopravvivenza di migliaia di persone.
Il problema sembra non porselo i pastori che quest’anno senza nessuno scrupolo di coscienza hanno ‘infoibato‘ pecore e agnelli in località Busa del Molton.
Già negli anni 2016, 2018 e 2019, lo ricordiamo, i Recuperanti di Montagne Terzo Patrimonio avevano ripulito la zona dai rifiuti (ossa e crani di Ovini, flaconi di farmaci, resti di pasti, bottiglie, sacchetti in plastica, targhette identificative ecc.) tutti riconducibili all’attività di pastorizia.
Sembrava cosa benfatta, relazioni, segnalazioni ai comuni e alle autorità ma a nulla è servito. Dieci giorni fa il Gruppo Grotte Giara Modon con sede a Valstagna, Comune di Valbrenta, si è insediato in zona Busa del Molton per un campo speleo di ricerca. La ricerca riguardava in particolare la presenza o meno dei depositi glaciali nelle voragini della zona.
Come da loro relazione decidono anche di scendere nella Busa del Molton (n° catasto 747 V-Vi) e qui con amara sorpresa trovano i cadaveri di alcune pecore e agnelli, insacchettati in sacchi neri questi ultimi, segno evidente che lì non ci sono finiti da soli.
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Aperte le adesioni per aiutare i Recuperanti di Montagne e sostenere le iniziative
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