Quanto ci vuole a valutare 10 persone?! scegliamo e votiamo!

Sono state ufficializzate tutte le persone candidate alle elezioni politiche del 25 settembre prossimo. Trattasi qui non solo di informazione ma, perdonateci, di invito al voto. Letteralmente ed autenticamente, nel solco della Costituzione (articolo 48). Basta valutare 10 persone!

Non certo per un determinato partito o una coalizione, figurarsi, ma di invito al voto, un diritto diremmo, sancito dalla Costituzione all’articolo 48 quale dovere di ogni cittadino che goda dei pieni diritti politici.
In tali termini perciò il nostro invito al voto si configura come un invito al rispetto della Costituzione della Repubblica Italiana. E se vi pare poco!

L’invito al voto poggia le basi su un elemento positivo della legge elettorale vigente, il cosiddetto “Rosatellum”. Sia per forza di cose al collegio uninominale, sia al collegio proporzionale, è chiaro e di facile accesso conoscere chi siano le persone candidate, per ogni partito o lista o coalizione. Non è più vero che non sappiamo per chi votiamo: sappiamo bene sia il partito o la lista o la coalizione, sia le persone che votiamo tracciando la nostra X (o anche non tracciandola).

Quanto al seggio uninominale, per l’appunto, corre un solo esponente per ciascuna coalizione o partito che corre da solo. E quindi avremo a scontrarsi tra loro un solo candidato per il centrodestra, con uno solo del centrosinistra, con uno solo del Movimento 5 stelle, e con uno solo della lista unitaria federativa Azione/Italia Viva.
Scoprire chi siano le persone candidate e informarsi un poco su di loro è perciò operazione accessibile pressoché a chiunque.
Non c’è motivo per cui non partecipare al voto (anche scheda bianca o nulla sono pur sempre voto) per il collegio uninominale.

Quanto ai seggi proporzionali, come dice il nome si tratta di assegnare più seggi (da 2 a 4) in base a quanti voti preso ogni partito o lista.

Il numero dei seggi disponibile in ogni circoscrizione è appunto sempre limitato: tra 2 e 4, alla Camera come al Senato.
In Veneto, in particolare, saranno 4 per ciascuno dei quattro collegi plurinominali, che sono due alla Camera e due al Senato
Quindi da 8 persone per ogni circoscrizione per ogni singolo partito o lista.

Qui i numeri aumentano delle persone da scoprire e sondare, in linea teorica.

Va però considerato che, quale che sia il numero di seggi disponibili per una circoscrizione, difficilmente anche il migliore dei partiti o delle liste riuscirà mai ad eleggere da solo più del 50% delle persone candidate tra le proprie fila (se non meno: stando ai sondaggi potremmo dire 1/3 per i partiti maggiori).
Quindi le liste degli eleggibili di fatto almeno si dimezzano, anzi, andrebbe razionalmente considerato 1/3 dei candidati delle liste maggiori.

Se poi vogliamo provare a incrociare i dati di stima dei valori dei partiti stando ai sondaggi, possiamo intendere che anche nei collegi con più candidati, non sarà estremamente necessario informarsi su più che della prima (e della seconda, per i partiti maggiori) persona candidata per i partiti stimati ad un valore che è la metà dei prima due.

In questi casi è ipotizzabile alcuni candidati vengano (e lo saranno eccome) eletti coi resti, ossia non spettanti in prima battuta a quel/la partito/lista, ma attribuiti ex post dopo la valutazione delle percentuali di ciascun partito/lista a livello nazionale.

Ci siamo persi? Può ben essere così, è un po’ una gimcana tra calcoli, sondaggi, numeri e resti: ci sta eccome perdersi. Ma proviamo allora a dare due consigli semplici e generali a chi giustamente (e civicamente in quanto dovere-diritto) vuole informarsi quanto serve per arrivare consapevole delle persone che si candidano alle elezioni del 25 settembre.

Prima di tutto: informatevi su tutte le liste e tutti i partiti: il ventaglio è ampio, ci sarà probabilmente una lista o un partito che può avvicinarsi alle vostre posizioni (almeno uno!).
Non ragionate di “voto utile”: è  un contro senso con l’idea del voto democratico repubblicano. Ogni voto conta, perché come si sa prima a sapere se non sarà proprio quel voto a far raggiungere la soglia necessaria per addivenire ad un risultato che poi conduca ad almeno 1 rappresentante in Parlamento?
E comunque anche se fosse che poi non si è tradotto in 1 rappresentante, davvero vogliamo osare dire che l’esercizio del proprio dovere-diritto di voto sarebbe stato “inutile”? Sarebbe oltremodo irriguardoso ed oltraggioso per l’altissimo valore e l’ardua conquista che il voto personale ha significato e significato come traguardo di partecipazione e democrazia.

Secondo: informatevi sui candidati al seggio uninominale del vostro territorio! È chiaro che la vicenda politica si svolge anche e in buona parte a livello nazionale, nel dibattito tra -semplifichiamo- Meloni, Letta, Calenda, Conte. Ma chi davvero corre personalmente nel mio territorio per questi partiti/liste?! Questo è interessante e da approfondire. In una dinamica di coalizione è ben possibile la persona candidata sia più o meno vicina alle mie idee rispetto alla persona che guida la coalizione a livello nazionale.
Quindi 1 persona per ogni coalizione per l’uninominale (meno di così non si può!).

Informatevi quindi sulle prime due persone del vostro collegio proporzionale. Le prime due perché è possibile il rappresentante del territorio effettivo sia la seconda persona in lista.
Quindi 2 persone per ogni lista/partito che si presenta al proporzionale. Che sono comunque davvero poche.

Davvero non c’è scusa che tenga sul fronte del “ma quante persone si candidano, sono troppe per conoscerle”: non è vero. Basta poco per informarsi consapevolmente per quali persone realmente votare. Si tratta di 1 persona alla Camera ed 1 al Senato per coalizione, a cui sommare 2 persone alla Camera e 2 al Senato per ciascun partito o lista.
Se si individua la coalizione di preferenza, si tratta di valutare una decina di persone al massimo.

Ci vuole un po’ di tempo? Beh, sì. Si tratta giusto di una scelta che coinvolge il Parlamento Italiano, cioè Camera e Senato, gli organi che scrivono le leggi del nostro vivere comune, per i prossimi -auspicabilmente, e così è dal 2008 ad oggi- cinque anni. Non pare poco: possiamo ben prenderci un poco di tempo quotidiano da qui ad 1 mese per scoprire chi realmente votiamo.

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