La carica dei 101: simboli, curiosità e “follie, tutti alla ricerca del 3%

Scaduti i termini per la presentazione dei simboli -e di programmi-, concediamoci una “parentesi buffa” in questa campagna rovente, per il clima e i toni. “Se ne vedono di tutti i colori”! Anche perché certi partiti...non “muoiono” mai!

101 i simboli presentati entro i termini per poter partecipare alle elezioni del 25 settembre.

In realtà oggi parte una corsa che però non è proprio uguale per tutti. I partiti usciti dal Parlamento forti di un nome e un simbolo già presenti in Parlamento (in almeno una delle due Camere) possono presentare nome e simbolo senza dover raccogliere le firme. Al contrario “i nuovi partecipanti”, al fine di essere validamente ammessi alle elezioni (e cioò ad apparire sulle schede elettorali), dovranno raccogliere 750 firme in ognuna delle circoscrizioni elettorali ove vogliano competere. Forse sembrano poche, ma sia ci sono pochi giorni di tempo (entro il 20 agosto), sia è richiesta l’attivazione di una macchina organizzativa capillare in ciascuna circoscrizione. A non dare di certo una mano il periodo estivo in cui tutto ciò si deve svolgere (vai a trovare i residenti in quel territorio ove si raccolgono le firme o, viceversa, a scartare i non residenti in quel territorio che invece sono lì per vacanza: auguri!).

101, dicevamo, sono i simboli: svolgiamo alcune considerazioni osservando almeno alcune curiosità.

Ci sono alcuni simboli che saltano subito all’occhio, vuoi per il nome o per il disegno. Certamente primo in questa strampalata classifica risulta il simbolo del “Partito della Follia…creativa” specificato in piccolo. Cirillo Follia sono nome e cognome del (auto?)candidato del Partito: “stay hungry, stay foolish”, cioè “siate affamati, siate folli” è il celeberrimo motto di Steve Jobs, fu patron della Apple, cui Follia ha dichiarato di ispirarsi. Certamente “creativa” l’idea.

Difficile poi stilare un podio, ma sicuramente tra le prime posizioni starebbe il simbolo del “Partito Free”: il logo è costituito da un omino stilizzato, di come come nei cartelli stradali, che assesta un vigoroso calcione ad una “testa di Pinocchio”. Davvero buffo, almeno quanto capace di trasmettere immediatamente il proprio significato: mandare via, letteralmente a pedate, “i bugiardi”.

Assegnamo il terzo posto ai “Poeti d’Azione”: un mix di lotta e letteratura, con un simbolo dove spada e penna stilografica si incrociano, simboli -a dire del partito- di azione, impegno, lotta, “operosità”.

Non meriterebbe di stare fuori dal podio il Partito di Adriano Panzironi, ideatore di un regime alimentare dichiarato “pericoloso per la salute”: nemmeno a dirlo la lista si chiama “Per Rivoluzione Sanitaria”, con tanto di ghigliottina dell’epoca della rivoluzione francese…non si capisce al futuro di quale soggetto (se “del sistema”, degli elettori, del candidato stesso, chi può dirlo?!) si alluda.

Una nota di colore, letteralmente: uno dei simboli che più si staglia tra tutti a quello a due colori, blu nella metà superiore del cerchio e rosa in quella inferiore, della Lista “Referendum e Democrazia”, di Marco Cappato. L’altra curiosità è la strategia scelta e dichiarata: visto che nel 2022 la macchina burocratica dello Stato può oggi farci svolgere qualsiasi compito o accesso come singoli cittadini tramite SPID o CIE, non si capisce come mai -sostiene Cappato- non si possa anche raccogliere le firme in questa maniera. Stando alle regole scritte questa pratica non consentirebbe una raccolta delle firme regolare, ma si sa: Cappato esercita sempre la sua azione politica con una finalità letteralmente radicale, ed infatti vada come vada il suo è un gioco “win-win”, ossia se verrà riconosciuta la validità delle firme raccolte correrà per il Parlamento, altrimenti impugnerà per far riconoscere il diritto alla validità delle firme raccolte attraverso gli ormai abituali metodo e procedimento di riconoscimento che ogni cittadino utilizza quotidianamente nei confronti della Pubblica Amministrazione.Meritano la citazione quali “menzioni speciali” l’immediatamente evocativo semplice slogan a caratteri blu su sfondo bianco “Basta tasse”, nonché sicuramente il più “storicizzante” di tutti: “Sacro Romano Impero Cattolico”, che al contrario del precedente appare una rinnovata edizione delle antiquae vestiagiae latinae.
Ma forse il più artistico, se così possiamo dire, resta il simbolo che al suo centro un daino su uno sfondo fatto di una luna piena attorniata da abeti: di che partito si tratta? D.A.I.N.O., ovviamente! Sarebbe l’acronimo di “Difesa Animalista Indipendente Nazionale Organizzata”.

Passiamo a qualche curiosità.

Sapete quanti sono i simboli contenenti lo “scudocrociato”? Ad includere il simbolo che quasi 50 anni è stata la facie della Democrazia Cristiana sono ben 6. Uno solo però -non ce ne vogliano gli altri, ci limitiamo a raccogliere i dati dei sondaggi- sembra potrà competere per entrare in Parlamento: quello della lista unitaria “Noi moderati di CentroDestra”.

Quanti invece la falce e il martello simbolo dell’avversario storico, il PCI? Che delusione: solo 2!

Ad alimentare però la nostalgia per la “prima repubblica” ci sono ben due simboli del PLI (partito liberale italiano, ciò è dovuto allo scontro al calor bianco interno al partito stesso), uno della Lista Pannella, quello di S.D. (SocialDemocrazia) e SO.L.E. (Socialdemocrazia liberale europea) che tanto ricorda quello che fu del PSDI, quello del PRI (partito repubblicano italiano) e quello del PSI (partito socialista italiano). E’ proprio il caso di dire che “non manca più nessuno!”.

Reduce più dalla “seconda repubblica” (che è finita, no?!) è il simbolo di “Italia dei Valori”, il fu partito del magistrato prestatosi alla politica Antonio Di Pietro.

E un partito redivivo ancora, made in “terza repubblica”, è Alternativa Popolare, il fu partito di Alfano, di cui è altri il detentore e presentatore. Non sarà della partita, ma il suo simbolo è la copia di quello originale del Partito Popolare Europeo.

Sempre presente ed uguale a sé stesso il simbolo del SVP (SudTiroler VolksPartei, Partito Popolare del Tirolo del Sud): così era e così è. E sempre sarà?!

Fa bella comparsa pure il simbolo di Forza Nuova: niente fascio littorio né fiamma, come da tempi recenti, ma ciò non ha certo non destato attenzione né non destato polemica, innanzi tutto dal PD, anche a seguito dell’assalto della sede nazionale della CGIL l’anno scorso. Niente fiamma, ma Forza Nuova sa sempre infiammare il dibattito facendo parlare di sé, soprattutto per bocca del Partito Democratico, appunto.

Partito Democratico che di simboli, pressoché identici l’uno all’altro, ne ha presentati due: la scritta sotto il simbolo “Italia democratica e progressista” in una versione è in stampatello minuscolo e nell’altra maiuscolo.
Tre sono i simboli, anch’essi del tutto similari, presentati dalla lista unitaria di Sinistra Italiana e Europa Verde: la lista unitaria ha scelto infatti di presentare il medesimo simbolo ma con scritte tradotte per le minoranze slovene e altoatesine nelle rispettive circoscrizioni.

Come dicevamo sopra, c’è una lista unitaria dei “moderati di centrodestra”, ma ciò non ha fatto desistere alcuni leader a presentare comunque il simbolo del proprio partito: così hanno fatto Vincenzo Quagliariello per IdEA e Giovanni Toti per Cambiamo!
In tutti i casi elencati, ovviamente uno solo sarà il simbolo vero che apparirà sulle schede elettorali: in quella sede non saremo tentati da liste troppo simili nell’aspetto (si è svolto entro il 16 agosto scorso compito della commissione al fine di prevenire il verificarsi di tali casi).

Simile potrebbe apparire la scelta di depositare il simbolo con i nomi dei tre leader del centrodestra in stampatello, sui colori del tricolore. E’ ancora una altra scelta strategica: all’estero il sistema elettorale è solamente il proporzionale: questo sarà il simbolo della lista unitaria di tutto il centrodestra italiano all’estero, così da aumentare le chances di eleggere deputati (8) e senatori all’estero (4).

Scelta in senso opposto hanno fatto sia il sedicente “Terzo Polo” sia quello che realmente terzo sarebbe stando ai sondaggi.
Il secondo è il Movimento 5 Stelle, simbolo classico con la aggiunta (già vista da tempo) della data 2050 sotto al logo, su sfondo rosso.
Sedicente, dicevamo, stando ai sondaggi -non sia mai!-, “terzo polo” è la lista unitaria tra Azione di Calenda e Italia Viva di Renzi: non sono stati presentati i due noti simboli separatamente delle due formazioni politiche, bensì solo quello unitario appunto della lista.

Una annotazione di stampo europeo (e non per forza europeista). Sono solamente 4 i partiti che hanno indicato nel proprio simbolo il riferimento alla famiglia europea di appartenenza: Forza Italia (PPE, Partito Popolare Europeo), lista unitaria Azione-Italia Viva (Renew Europe,i liberali), lista unitaria Sinistra Italiana/Europa Verde (European Green Party/Europa Verde) e Forza Nuova (APF, Alleanza per la Pace e la Libertà, “Freedom” in inglese).

Carrellata più simpatica che in-formativa, ma dopo aver scorso tutti i simboli (fatelo su simpatico e geniale sito da sé evocativo: http://www.isimbolidelladiscordia.it/ ) possiamo davvero che in Italia “se ne vedono di tutti i colori”!

Ricordiamo an passant che ci sono diverse soglie di sbarramento.
Se si va in coalizione di due o più liste, la soglia è al 10% per la coalizione nel suo complesso e del 3% per ogni singola lista che compone la coalizione. Nel caso in cui una lista raggiunga un risultato tra l’1% e il 3% essa non si vedrà riconosciuto alcun rappresentante, ma i suoi voti saranno ripartiti sulle altre liste della coalizione, non andando così dispersi.
Al contrario, nell’ipotesi in cui una lista opti per la corsa in solitaria, la soglia per vedersi riconosciuto almeno 1 rappresentante è il 3%, senza appello, ovvero sia qualora i voti raccolti non raggiungessero tale cifra essi andranno dispersi.
Possiamo quindi dire che la soglia del 3% è il traguardo per tutte e ogni lista, con una ipotesi di recupero in caso di coalizione di liste, cosa che evidentemente predilige la ratio della legge elettorale attuale, il cosiddetto “rosatellum”, così come modificato a seguito dell’esito del referedum del 2020.

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