Lunedì 8 Agosto la Pro Loco Camporovere – Kamparube ha organizzato la tradizionale commemorazione dell’incendio di parte del paese da parte dei nazifascisti nel 1944, durante la Seconda Guerra Mondiale.
Una messa, alle ore 18, presso la chiesa parrocchiale per celebrare il 78° Anniversario di questa triste pagina nera della storia di Camporovere, e a seguire gli onori alla lapide memoriale della ricostruzione. Nella Piazzetta VIII Agosto sarà allestita per l’occasione la mostra storico-fotografica “Camporovere Brucia” e, dopo cena, la chiusura della commemorazione con un momento di convivialità insieme agli abitanti della piccola frazione del comune di Roana.
La notte fra l’8 e il 9 agosto 1944, infatti, i nazifascisti bruciarono metà del paese di Camporovere, 74 case in tutto, per rappresaglia contro due attacchi partigiani a un convoglio e a un nucleo di tedeschi, avvenuti nelle ore precedenti nella Val d’Assa, una decina di chilometri a nord-ovest del paese, verso la località Ghertele e nei pressi dell’imbocco di Val Scaletta.
Una testimonianza: “I Tedeschi decisero di bruciare Camporovere, ma grazie all’intervento del parroco, alla fine, ne bruciarono metà. La disperazione si diffuse: la gente si preparò a scappare portando con sé qualche materasso o coperte e poco cibo; gli uomini e i giovani si nascosero nel bosco. Alle 19.30 dell’8 agosto 1944 il paese bruciava. I Tedeschi risparmiarono la chiesa, la canonica, la scuola elementare e l’asilo parrocchiale dove il parroco raccolse i bambini spaventati e piangenti, organizzando il vitto, il vestiario e l’alloggio”.
Quel lontano 8 Agosto del ’44
Circa a mezzogiorno, in Val d’Assa, in prossimità della fontanella di località Bileme, non lontano dall’albergo Ghertele, un gruppo di 30 partigiani della 1^Compagnia “M. Lemerle” del battaglione “7 Comuni” attacca una colonna di automezzi della Todt adibita al trasporto di legname per le fortificazioni; vengono distrutti alcuni automezzi pesanti e uccisi 3 tedeschi (tra cui il comandante) e un legionario della GNR; sono fatti prigionieri 5 tedeschi e 14 autisti della Todt; da parte partigiana si contano 4 feriti gravi e 3 leggeri.
Nel primo pomeriggio, sul luogo dell’attacco partigiano, interviene un consistente reparto fascista repubblicano guidato da Bruno Caneva; malgrado il successivo rastrellamento, dei partigiani nessuna traccia, ma tre civili feriti.
Dopo aver saccheggiato l’albergo Ghertele, mentre i nazifascisti stanno rientrando ad Asiago, in località Scaletta, cadono in un’imboscata tesa loro da circa 20 partigiani della 1^ e della 2^ Compagnia dello stesso battaglione. In questo secondo attacco sono catturati 5 fascisti repubblicani e feriti circa altri 50 (tra cui gravemente anche Bruno Caneva), dei quali successivamente alcuni muoiono; arrivano anche autocarri tedeschi, muniti di mitragliatrici pesanti, ma i partigiani sono già al sicuro.
Malgrado tutti e due gli attacchi siano avvenuti lontano dai centri abitati, i nazifascisti decidono di procedere comunque alla rappresaglia: a Camporovere, alla sera (ore 19,00 circa), soldati tedeschi e russi iniziano ad incendiare con bombe a mano incendiarie e lanciafiamme le case del paese, distruggendone buona parte e lasciando un centinaio di famiglie senza un tetto dove vivere.
Il comandante tedesco, il giorno successivo, grazie alla provvidenziale intercessione del parroco, rinunciò a bruciare il resto delle abitazioni in cambio della liberazione dei prigionieri catturati dai partigiani durante le due imboscate.
Vittima deceduta: Antonio Tessari da Camporovere, civile; ferito muore il giorno seguente.
Altre note sulle vittime: feriti civili: Domenico Tessari e Gino Mario Bernar da Camporovere.
Partigiani uccisi in combattimento contestualmente all’episodio: Domenico Ciriano “Bolzanino”, da Trento; ferito muore il giorno seguente. Altri feriti gravi: Marco Stringari “Trentino”, Giovanni Vianello “Garibaldi” e Vittorio De Marchi “Schör”.
(Fonte: straginazifasciste.it)
La locandina con il programma
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