L’Altopiano è stato per secoli terra di confine. La Repubblica di Venezia, poi il Regno d’Italia da una parte, l’Impero Austro Ungarico dall’altra. E confine significa barriere, dogane, tasse.
In tempi di fame e ristrettezze uno dei modi per garantire la sopravvivenza della propria famiglia è stato quello di varcare questo confine e commerciare illegalmente prodotti altrimenti sottoposti a dazio. Era un’operazione rischiosa e dall’esito incerto. Le guardie di confine potevano arrestare, ma anche sparare; per eluderle si sceglievano sentieri pericolosi e incerti, spesso soggetti a valanghe. Insomma un’attività avventurosa e rischiosa.
Ma chi erano questi contrabbandieri? In realtà si trattava di padri (e madri) di famiglia, a metà strada tra fuorilegge, avventurieri e poveri cristi che tentavano in questo modo di incrementare le magre entrate dell’anno. Dovevano conoscere molto bene i percorsi, molti dei quali ancora presenti e percorribili in Altopiano, luoghi che aggiungono un alone di storia e avventura alle bellezze naturali.
La figura del contrabbandiere è stata mirabilmente descritta anche da Mario Rigoni Stern in Storia di Tonle, dove si narrano le vicende di un personaggio che ha fatto questa attività per quasi tutta la vita nella prima metà del ‘900. Ma le storie del contrabbando hanno una vita antica e i nostri sentieri sono stati percorsi, di notte e in clandestinità da tempi remotissimi. Una delle prime notizie precise su questo argomento risale addirittura al 1570, quando furono intercettati i traffici illegali di una banda di asiaghesi che esportava clandestinamente grano in territorio austriaco. Si trattava di un’unica famiglia composta da sei fratelli e due nipoti e rispondevano al nome di Dal Molin. A quell’epoca grano e altri beni di prima necessità erano i prodotti più redditizi, non si era ancora diffusa in Italia la coltura del tabacco (il famoso Brenta), che in futuro sarebbe diventato il protagonista di questo commercio illegale.
I numerosi cippi di confine che si trovano lungo le zone che delimitano il territorio dei Sette Comuni con quello trentino, rimangono come silenziosa testimonianza di quella linea immaginaria che divideva due mondi, diversi, ma in fondo omogenei attraverso la quale per generazione i nostri antenati si sono mossi in cerca di un avvenire migliore o semplicemente di un inverno meno duro da superare. Camminando in quelle zone, come la piana di Marcesina, Cima XII, l’Antico Termine, si ripercorrono in realtà quei cammini e quelle avventure senza tempo. A volte quelle tragedie, altre pericoli scampati che diventavano, poi storie da osteria di impavidi personaggi che sfidavano la legge e la montagna. Non importa se sono passati molti anni e se oggi il confine è un altro, perché quelle gesta e quelle storie continuano ad aleggiare tra i nostri boschi e le nostre valli.
Vivi una serata da contrabbandiere
Se volete vivere un’esperienza da contrabbandiere, nella quale ritrovare quelle atmosfere in una notte di musica e sensazioni, non perdete l’evento di stasera, venerdì 15 luglio: La Notte del Contrabbando.
“Torneremo a quell’atmosfera e su quelle piste con un evento che unisce escursione, narrazione e musica. Un’immersione totale nelle sonorità e nelle parole del tempo. Una notte per tornare al passato e vivere l’avventura di quelle vite al limite. E l’incontro sarà con un contrabbandiere di emozioni. Un artista misterioso dell’Altopiano che attraverso una performance musicale composta appositamente per l’occasione ci calerà nell’atmosfera di suggestioni e suoni. Un bagliore di fuoco, l’atmosfera del bosco e la musica ci trasporteranno lontano nel tempo e nello spazio“.
Per informazioni: Evento su Facebook
Per prenotazioni: 328 2840574
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