Con il rincaro record dei costi di produzione, cresciuti del 57% a causa della guerra in Ucraina, che mette in ginocchio le stalle venete ed italiane in genere, è importante lo stanziamento di oltre 220 milioni di euro da parte del Governo per gli allevamenti nazionali, di cui circa 30 saranno destinati al Veneto, dove la zootecnia rappresenta il 38% della produzione lorda vendibile regionale, che vale 6,4 miliardi. Un patrimonio di razze pregiate ed in via d’estinzione conservato dagli imprenditori agricoli, custodi oltre che professionalmente preparati, con allevamenti altamente specializzati sul territorio, nel rispetto del benessere animale.
L’accordo fortemente sostenuto da Coldiretti è stato raggiunto in Conferenza Stato Regioni sui due decreti del Ministero delle Politiche agricole per le filiere zootecniche. “Vogliamo ringraziare il Ministro Patuanelli e le Regioni – dichiara il presidente della Coldiretti Ettore Prandini – per l’azione congiunta a favore di un settore che rappresenta la spina dorsale del nostro sistema agroalimentare”.
“L’aumento del costo dei mangimi, collegato al rialzo delle quotazioni delle principali materie prime, quali soia, mais e cereali anche a causa dell’attuale crisi Ucraina ha prodotto – spiega Coldiretti Vicenza – un aumento dei costi per le produzioni delle uova, del latte e delle carni, al quale si sono aggiunti i rincari su dell’energia. Il risultato è un crollo del valore aggiunto che in alcuni settori sfiora i 100mila euro ad azienda e che mette un allevamento su dieci a serio rischio di chiusura, secondo un’analisi Coldiretti su dati Crea”.
Le risorse sono indirizzate a tutti i tipi di allevamento: vacche da latte, vitelloni, bufale, suinicola, carni bovine di età inferiore agli 8 mesi, bovini di razze autoctone in contratti di filiera di tipo privatistico o in Sistema di qualità nazionale o in Sistemi di qualità Dop/Igp, ovicaprina: allevamento di conigli, galline ovaiole, tacchini, polli, imprese di trasformazione, incubatoi e centri di imballaggio uova.
L’allevamento italiano è un importante comparto economico, che vale 17,3 miliardi di euro e rappresenta il 35% dell’intera agricoltura nazionale, con un impatto rilevante anche dal punto di vista occupazionale, dove sono circa 800mila le persone al lavoro. “Per questo, quando una stalla chiude, si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e, soprattutto, di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado” conclude Coldiretti Vicenza.
C. stampa
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