Dal 16 gennaio 2023 per entrare a Venezia bisognerà pagare un “biglietto di ingresso”: come fosse uno spettacolo o un museo. Siete d’accordo?
Il dibattito si è subito acceso, ovviamente! Intanto perché se lo si fa a Venezia lo sa tutto il mondo, e poi anche perché se lo si fa a Venezia, beh, allora forse lo si può fare anche…a Firenze, alla Cinque Terre, a… San Marino, a Città del Vaticano, insomma, è la scintilla per mille e più ipotesi. A Capri ed Ischia, per esempio, è già realtà, ma la situazione, là, appare poco poco più semplice da gestire.
“Vogliamo favorire un turismo di qualità, non quello dei vacanzieri mordi e fuggi che con la fine del lockdown ha ripreso ad assalire Venezia” ha dichiarato il Sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, non appena è stata (ri)approvata la scelta a fine maggio scorso.
Forse, però, più che la presunta “qualità” del turismo (perché chi viene e visita in giornata la Basilica dei Frari, la Basilica di San Marco, pranza in un ristorante, compra 2 souvenir e prende 3 caffè in giro, dovrebbe essere “migliore” di chi si può permettere una intera settimana?!), andrebbero affrontate esplicitamente le questioni dell’affollamento, della sicurezza sia per l’emergenza sia per la pandemia, nonché la questione ambientale della laguna, e magari anche della conservazione dell’intera “città-museo”.
I problemi reali, conclamati, registrati e da contrastare appaiono certamente essere, tra i primi: l’overtourism, lo spopolamento del centro storico, lo speculare aumento degli affitti, il dilagare dell’inquinamento sia delle acque sia dell’aria sia del contesto urbano in generale.
Spunti che però tralasciamo, offerti al fine di dare il là ad ulteriori riflessioni sul come si formano le scelte.
Da quando si dovrà pagare il ticket?
Sperimentata in alcuni singoli eventi di quest’anno, ipotizzata prima del covid (ottobre 2019, dovendo in allora entrare in vigore a luglio 2020) ma poi ovviamente sospesa, inizialmente prevista nuovamente per questo luglio, sarà effettivamente attiva dal 16 gennaio 2023.
Come si pagherà il ticket?
Ci sarà una apposita app, da scaricare, con cui pagare il ticket (o tramite cui farsi riconoscere). Non un elemento agevole proprio per tutte e tutti, non per tutte le età diciamo. E quindi servirà un dispositivo tutto sommato moderno, almeno uno smartphone.
Quanto costerà il ticket?
3 o 8 o 10 euro a persona, a seconda del colore (livello) del bollino con cui quella giornata è contrassegnata (verde, rosso, nero), ossia in base all’affollamento previsto per la giornata.
Quale è il criterio del costo?
Ogni giorno avrà un bollino di colore diverso: verde o rosso o nero, dove il massimo consentito sarà di 40mila turisti al giorno. Dal computo sarebbero esclusi i turisti che pernottano a Venezia. La questione si complica perché, a seguito di indagini sulle celle telefoniche, è risultato che sono fino a 20mila al giorno le presenze con pernotto non dichiarate da alcuna struttura ricettiva: i cosiddetti “turisti fantasma”.
Chi più resta, meno dovrebbe pagare.
Come si paga la cosiddetta “tassa di sbarco”?
In diverse forme e soluzioni.
Si potrà pagare anche in anticipo, con carta di credito, sistema PayPal, bonifico.
Altrimenti all’arrivo in città, o direttamente o attraverso la compagnia di trasporto che sbarca in città.
Chi prima prenota maggiore sconto avrà, chi non prenota, oltre a rischiare di non poter entrare, dovrà pagare di più.
Chi non dovrà pagare?
Certamente tutti i residenti e i lavoratori pendolari, nonché gli studenti di ogni ordine e grado, non saranno tenuti ad alcun pagamento, ma avranno una “chiave digitale” per entrare e uscire liberamente.
Ancora in discussione e in seria valutazione l’ipotesi di un free pass per i residenti in tutta la Regione Veneto: potrebbero entrare gratis, sempre, ma contribuendo al calcolo del numero massimo di 40mila ingressi al giorno (quindi senza introiti per le casse comunali).
Come funzionerà concretamente?
Ci saranno dei varchi con dei tornelli, proprio come nei musei, sì: “stiamo procedendo per gradi, prima i tornelli e poi bisogna agire sulle norme che regolano la prenotabilità per impedire quei picchi che non sono più accettabili”, queste le parole del Sindaco Brugnaro.
Chiaramente vi saranno in tutti i punti strategici di accesso alla Città, quindi certamente Tronchetto, il piazzale della stazione ferroviaria e Piazzale Roma, nonché altri varchi e punti di accesso.
Forse più problematica potrebbe essere la gestione dell’assalto dei crocieristi, che non sbarcano più a Venezia (dal 1 agosto del 2021 è in vigore il divieto di transito per le grandi imbarcazioni nei canali protetti della città lagunare: Bacino e Canale di San Marco e Canale della Giudecca) ma vi arrivano da più punti in escursione giornaliera (proprio quel “mordi e fuggi” cui accenna il Sindaco Brugnaro).
Diamo però qualche numero: 40mila persone la soglia massima di accessi giornalieri; appena sotto i 50mila abitanti entro fine luglio (e non sarebbe allora più “città” secondo i criteri appositi, già sotto i 60mila dal 2009) i residenti del centro storico (più di 250mila quelli residenti nel Comune nel suo complesso) di Venezia; 23 milioni l’afflusso annuale di turisti (seconda città in Italia, dopo Roma); 1100 gli anni da capitale della Serenissima Repubblica.
Su una cosa si deve tutte e tutti convenire col Sindaco Brugnaro, parole sue: “Una cosa posso dire con certezza: non sarà più come prima”. Chapeau, Sindaco.
E voi, cosa ne pensate?
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Siamo presenti anche su TELEGRAM, iscriviti al nostro gruppo per rimanere aggiornato e ricevere contenuti in esclusiva: https://t.me/settecomunionline