In attesa di tracciare il bilancio sulla stagione estiva appena iniziata, sull’Altopiano si ragione sui dati delle presenze turistiche del primo trimestre. Secondo i dati elaborati dall’U.O. Sistema Statistico Regionale su dati Istat, Asiago con poco meno di 60.000 presenze ottiene un buon 15esimo posto nella classica dei comuni più virtuosi del veneto in campo turistico.
Alla luce di questi dati positivi torna d’attualità il dibattito sull’imposta di soggiorno, che come noto nel territorio altopianese al momento è applicata solamente dal comune di Asiago.
L’imposta di soggiorno, è un tributo locale, a carico di chi soggiorna o pernotta in una struttura ricettiva. L’intero ammontare incassato dal comune, come da normativa, viene interamente investito in ambito turistico.
Proprio su sulle potenziali risorse che potrebbero arrivare sul territorio se tutti i comuni dell’altopiano applicassero la “tassa”, fa una riflessione l’Assessore al turismo di Asiago Nicola Lobbia “Forse dovremo affrontare la tematica turismo con più fiducia e più ottimismo, consapevoli del nostro valore e di poter ottenere importanti risorse per implementare le azioni di promozione del territorio, ad esempio applicando la tassa di soggiorno con un’azione coordinata fra tutte le amministrazioni del territorio magari inizialmente applicando una tariffa minima. Molto spesso – aggiunge Lobbia – la causa della mancata partecipazione o adesione a progetti di coordinamento turistico sovracomunale è l’ indisponibilità economica.
Secondo l’Assessore con le attuali affluenze, se tutti i comuni applicassero il tributo l’altopiano potrebbe disporre di circa 500.000 euro da investire proprio in progetti turistici sovracomunali a beneficio di tutto il territorio.
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Lobbia coglie infine l’occasione per fare un appello pubblico rivolto ai Sindaci e ai Comuni degli altri 6 comuni affinchè monetizzino queste risorse senza timore: “la tassa di soggiorno rappresenta la consapevolezza di valere, un valore dato dai servizi e da quella unicità naturale ed integrità ambientale, frutto del duro lavoro della nostra gente, un lavoro che merita di non essere svenduto !”
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In conclusione va detto senza timori che la riflessione dell’Assessore può aprire un dibattito interessante, se è vero che per “fare turismo” oggi, servono grandi investimenti è altrettanto vero che da qualche parte queste risorse vanno trovate. L’imposta di soggiorno come altre tasse non è sicuramente “simpatica”, ed è lecito che qualche amministrazione voglia adottare una strategia di differenziazione non applicandola, tuttavia chi sceglie una località turistica oggi mette in conto la presenza di questo tributo visto che è una realtà che esiste da diversi anni inoltre, grazie proprio alla tassa il turista può godere sul posto di eventi e manifestazioni finanziati dalla stessa.
A questo punto è giusto fare un serio ragionamento senza pregiudizi su tutti i pro e i contro. Se da una parte non applicare l’imposta può giovare alla reputazione del comune, dall’altra va valutato se questo vantaggio è superiore a quello di cui si potrebbe godere grazie agli investimenti coperti dal gettito della tassa fermo restando che, per il bene del territorio sarebbe utile trovare una soluzione condivisa se non altro per evitare un’inutile e dannosa concorrenza interna.
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Il dibattito è aperto.
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