Salvare le risorse idriche e il raccolto dei campi. Salvare il pesce, ma anche il mais, intervenendo con azioni strutturali per far fronte alla carenza d’acqua che non può essere trattata come un problema emergenziale, ma con programmazione di lungo periodo.
Questo, in estrema sintesi, il risultato del lungo confronto che si è tenuto ieri mattina in Provincia. Un incontro voluto dal consigliere provinciale con delega alla polizia provinciale Mattia Veronese, che interpretando la Provincia quale Casa dei Comuni e spinto dalla preoccupazione dei colleghi sindaci, ha chiamato a raccolta chi l’acqua la gestisce e chi la usa. Al fianco di Veronese i consiglieri provinciali con delega all’agricoltura, Antonio Gasparini, e alla protezione civile, Marco Montan, e il tecnico provinciale del settore ambiente Andrea Baldisseri. Assente giustificato ma collegato telefonicamente il delegato all’ambiente Matteo Macilotti. Presenti al tavolo i Consorzi di Bonifica (Alta Pianura Veneta con la direttrice Helga Fazion, Brenta con il presidente Enzo Sonza e il direttore Umberto Niceforo e Adige-Euganeo con il presidente Michele Zanato), le associazioni di rappresentanza degli agricoltori (Coldiretti con il presidente Martino Cerantola, Confagricoltura con la presidente Anna Trettenero e Cia con Arrigo Ghiotto e Lorenzo Marchetto), il presidente dell’associazione Bacino di Pesca B Silvano Folladore e la Polizia Provinciale con il comandante Claudio Meggiolaro e l’agente Francesco Nassi.
Ad aprire il confronto è stato Veronese. “La siccità mette in pericolo il nostro patrimonio ittico e crea situazioni di rischio igienico sanitario che i sindaci sono chiamati a prevenire. Decisioni difficili, che devono tener conto anche delle esigenze degli agricoltori di salvaguardare le colture, in particolare il mais che in questo periodo è in piena fioritura. Contemperare le esigenze non è facile, per questo i sindaci chiedono di poter avere un quadro della situazione chiara e indicazioni precise sulle azioni più efficaci da assumere. E’ nata da qui la volontà di far sedere le varie parti allo stesso tavolo, per ascoltare le diverse esigenze e agire assieme.”
Veronese ha chiarito subito che non si tratta di una competenza specifica della Provincia, ma della necessità di fare squadra per affrontare in maniera seria e organica il problema della siccità, con una visione che tiene conto dei vari punti di vista. “Siamo qui per ascoltare e fare sintesi”, ha affermato Montan. In contatto diretto con la Regione, “con cui ci confrontiamo quotidianamente e a cui spettano le decisioni più rilevanti” ha sottolineato Veronese.
Il quadro delineato dai presenti è critico e desta serie preoccupazioni. Il Consorzio di Bonifica Alta Pianura Veneta ricorre a pozzi privati per garantire ai canali il deflusso minimo necessario alla vita dei pesci. Agli imprenditori agricoli viene garantita l’acqua ad uso irriguo su turnazione. Fondamentale la collaborazione con la Polizia Provinciale per mettere in salvo il patrimonio ittico. Il Consorzio di Bonifica Brenta da stamattina attinge dal lago del Corlo, riserva d’acqua che “tampona” una situazione di siccità grave, con le risorgive al minimo storico e il Brenta a un decimo della portata rispetto al passato. Una punta di ottimismo arriva dal Consorzio Adige-Euganeo, che grazie al Leb riesce a garantire acqua in maniera regolare al territorio di competenza.
Su una cosa tutti hanno concordato: neppure nel 2003, anno della grande siccità, la situazione era così critica. Perchè allora il peggio venne ad agosto, ora è successo in giugno e addirittura in maggio, mesi in cui l’agricoltura ha bisogno di acqua. E le previsioni per il future non sono buone.
Lo stesso Silvano Folladore, presidente del Bacino di Pesca B e memoria storica dei pescatori vicentini, ha affermato che dal 2003 la situazione è grandemente peggiorata. “Il pesce non parla e non può lanciare il suo grido d’aiuto, ma negli ultimi anni ci sono stati tanti episodi di moria dei pesci. Bisogna intervenire con urgenza se vogliamo salvaguardare le risorse idriche e gli habitat naturali che le popolano”.
A lanciare un grido d’allarme ci hanno pensato Cia, Confagricoltura e Coldiretti con un appello ad intervenire prima che sia troppo tardi. “Il mondo agricolo paga in maniera pesante i cambiamenti climatici e la siccità” ha sottolineato la presidente di Confagricoltura Anna Trettenero. Sono necessari interventi di lungo periodo, perché, come ha affermato il presidente Martino Cerantola di Coldiretti, “salvaguardare l’imprenditoria agricola significa salvaguardare il nostro cibo”.
In chiusura, il tavolo ha concordato di chiedere un incontro con la Regione Veneto, in particolare con gli assessori regionali Giampaolo Bottacin e Federico Caner perché possano anche tramite i dirigenti dei dipartimenti Ambiente e Agricoltura dare a Sindaci, Consorzi e Associazioni di categoria indicazioni precise. Alla Regione si chiede inoltre di rafforzare il piano della prevenzione. “Questa situazione -ha concluso Veronese- deve farci riflettere non solo per interventi immediati, che sono doverosi, ma per progettare e pensare soluzioni durature con un piano di investimenti a lungo termine anche quando l’emergenza cesserà.”
C. stampa
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