“Il Prosecco è nostro, è simbolo della nostra viticoltura eroica, è una bandiera della nostra terra che non può essere imitato. Confermo che il nostro impegno ci sarà sempre a fianco di chi si batte per difendere un prodotto che è unico come il territorio su cui crescono i suoi vigneti. È una difesa della nostra storia e della nostra identità. A chi pensa di utilizzare il nome Prosek disinvoltamente, ricordiamo che il nostro Prosecco non è un vino nato pochi giorni fa a tavolino; è un vino che si identifica con la nostra cultura, il nostro lavoro e i nostri territori”.
Con queste parole il Presidente della Regione del Veneto commenta il progetto di aggregazione presentato ieri a Roma tra i vari portatori di interesse con obbiettivo la tutela del nome del Prosecco.
“Fare squadra è fondamentale per unire tutte le forze contro non solo la contraffazione ma anche la confusione di nomi e località di cui può approfittarsene qualcuno a danno dei nostri viticoltori e di una cultura enologica che da noi è di casa da secoli. Ribadisco il concetto più volte espresso: il Prosecco è tale perché c’è una riserva del nome con un decreto del 2009 che ho firmato io quand’ero ministro, riconosciuto dall’Europa, e c’è il pronunciamento dell’Unesco che, nel 2019, ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.
C. stampa Regione Veneto
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