Grande Rogazione 2022: “Torniamo a vivere la nostra terra insieme”

Si riaccende domani ad Asiago la tradizione con l’atteso ritorno della Grande Rogazione dopo due anni di pandemia che hanno costretto ad un’interruzione forzata di questo bel momento di condivisione tanto caro ai cittadini asiaghesi. Per l’occasione, abbiamo raccolto i pensieri di Don Roberto Bonomo, parroco di Asiago.

Come sarà tornare a fare la Rogazione tutti insieme dopo due anni? Qual è l’aspettativa, è attesa una partecipazione più grande del solito? 

Camminare insieme, dentro la nostra terra, seguendo Cristo Signore, come lo ricorda il nostro stendardo, è sentirsi un solo popolo che vive e ama l’angolo di Paradiso che è la nostra terra e la nostra storia. Una storia che ha conosciuto le grandi ferite della guerra, del profugato, dell’emigrazione e di cui la Grande Rogazione è il cuore pulsante. 
C’è in tutti noi la consapevolezza rivivendola, ogni anno, di scriverne una nuova pagina che, legata a tutte le altre, compone il libro della nostra vita. È per questo che, con emozione, attendiamo di riprendere il nostro cammino, la Grande Rogazione. Ci attendiamo una grande partecipazione anche perché dopo due anni di pandemia e in questi difficili tempi abbiamo bisogno di incontrarci, di riprendere le nostre relazioni, di sentire che siamo ancora una comunità, una famiglia, un’unica storia dentro un’unica terra. 

Che significato assume un rito come la Rogazione in un periodo difficile come questo? Ci saranno riferimenti alla pandemia e al conflitto ucraino?

La Grande Rogazione in questi difficili tempi ha anche un grande valore simbolico e umano: sentirci uniti nella sofferenza tra noi e con tutti e il voler condividere le sofferenze di tutti, aprendoci al mondo, alle sue fatiche, ai suoi dolori, a chi più soffre a causa della guerra in Ucraina e per tutte le guerre che esistono sul pianeta. Proprio per questo già dopo i primi mesi della pandemia, nella Celebrazione dell’Eucaristia al Lazzaretto, nel giorno della Grande Rogazione, pur in assenza della nostra gente, abbiamo voluto unire all’antico voto, legato alla peste del 1631, il nuovo voto: pregare ogni anno il Dio dell’Amore perché allontani da noi questo e simili terribili virus che hanno la capacità di infestare corpi e cuori e perché si consolidi il tempo nuovo, della speranza e della serenità. E credo che quest’anno la nostra preghiera si aprirà ulteriormente per divenire un’invocazione comunitaria e un impegno perché finisca ogni guerra e nel mondo ci sia pace tra tutti gli uomini amati da Dio. Certamente queste realtà saranno presenti nell’omelia. Per essere buoni cittadini in casa è necessario essere buoni cittadini del mondo.

La Rogazione si svolgerà secondo tradizione o avrà dei vincoli?

Non credo ci saranno vincoli particolari. Ritengo solo che sarà difficile concluderla in Duomo. Per questo si sta già pensando che il canto delle litanie, la preghiera per la città e il mondo e la benedizione solenne si tengano nella piazza antistante alla Chiesa.

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