Nell’inferno del nord, l’Italia orfana del campione uscente Sonny Colbrelli e di Moscon puntava su Filippo Ganna e Matteo Trentin ma non ha fatto bene i conti; a sorpresa ma neanche tanto, visto la stato di splendida forma, il primo azzurro a tagliare il traguardo nel mitico velodromo di Roubaix è stato il nostro Andrea Pasqualon che dopo l’ottima prestazione alla Amstel Gold race porta casa un 19esimo posto assoluto nella classica monumento più bella e difficile, quella che da sola, vale una carriera.
Una Parigi-Roubaix quella del ciclista altopianese corsa da protagonista e con grande intelligenza tattica nonostante l’atleta della Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux fosse al debutto in questa corsa dove l’esperienza gioca un ruolo fondamentale vista l’estrema difficoltà e imprevedibilità di una prova che è unica nel suo genere. Vero, Pasqualon non è un ragazzino e il suo grande bagaglio di esperienza gli permette di interpretare le gare in modo ottimale ma la corsa sul pavè è una cosa a parte, nell’inferno del nord non esiste nessuna certezza e ogni volta può succedere di tutto. Affrontare per la prima volta questa prova sbagliando l’approccio può rivelarsi un vero e proprio incubo.
Chiariamolo fin da subito, la Parigi-Roubaix non è una gara per tutti, o la odi o la mi non c’è via di mezzo. C’è chi non ha mai avuto il coraggio di farla e chi dopo averla provata ha giurato “mai più” (n.d.r tra questi l’ex CT della nazionale Davide Cassani e il grande Bernard Hinault che dopo averla vinta non volle più partecipare) esserci è già un grande risultato, terminarla nella top 20 è roba per pochi eletti.
Andrea può dirsi sicuramente soddisfatto anche se viene da chiedersi come sarebbe finita senza quel sfortunato problema alla catena e con la possibilità di muoversi liberamente senza dover obbedire agli ordini di squadra.
A proposito, il risultato di Pasqualon va inserito anche nel contesto di una grande prestazione della Intermarché-Wanty-Gobert Matériaux, team che ha mancato di poco il podio con Tom Devriendt ed è riuscito a piazzare ben 5 atleti tra i primi 20 classificati di cui due nella top 10.
La gara
A vincere da protagonista l’edizione 2022 della Parigi-Roubaix è l’olandese della Ineos-Grenadiers Dylan van Baarle con un’azione a circa 30 km dall’arrivo che gli ha permesso di allungare dal gruppo dei favoriti. Alle spalle del vincitore l’eterno secondo Wout van Aert e Stefan Küng, che si impongono nella volata del gruppo degli inseguitori.
Andrea Pasqualon 19esimo, migliore degli italiani a seguire Filippo Ganna, Davide Ballerini e Matteo Trentin.
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