Lo scorso mercoledì 23 marzo ha preso ufficialmente il via il percorso per la costituzione della nuova Ogd Montagna Veneta. Come noto, non tutti i sette comuni dell’Altopiano hanno aderito al tavolo di lavoro, determinando così una provvisoria scissione tra le forze in gioco: Asiago, Foza, Lusiana Conco e Roana seduti al tavolo dell’Ogd Montagna Veneta, mentre Gallio, Enego e Rotzo sono rimasti all’interno dell’Ogd Terre Vicentine.
Naturale chiedersi il perché di una scelta di questo tipo, dopo anni di lavori riguardanti il Marchio d’Area, il quale ha trovato più volte un ostacolo determinante nella scelta del nome con cui identificare la destinazione turistica dell’Altopiano, tanto da portare chiunque a fare sempre molta attenzione nell’utilizzo delle denominazioni del territorio.
Abbiamo dunque interpellato i rappresentanti di ognuno dei tre comuni non aderenti all’Ogd Montagna Veneta per capire le motivazioni sulle quali si fonda la loro decisione, scoprendo una vasta gamma di dubbi e perplessità che forse chi di competenza potrà risolvere.
Gallio
“Al momento, e si tratta di una situazione momentanea, Gallio ha deciso di non aderire alla nuova Ogd perché non ci sono le condizioni di sicurezza. In particolare non si sa chi gestirà la cosa, quanto costerà, cosa serve. Ad oggi si tratta solo di aderire a un nome – spiega il vicesindaco Denis Lunardi – Gallio inoltre fa già parte dell’Ogd Terre Vicentine, di cui fanno parte 38 Comuni e la Provincia di Vicenza, ed è interesse del Comune far parte di un ente ampio, che garantisca una certa visibilità. Perché dovremmo ridurci ai soli quattro comuni dell’Altopiano, quando tutti stanno andando verso una promozione su larga scala di aree giganti?”
“C’è poi un’altra questione: non capisco come mai fino a un paio di anni fa, quando abbiamo provato a creare il marchio d’area che rappresentava l’Altopiano e che non aveva nome, con le associazioni di categoria e tutti i Comuni d’accordo, Asiago non l’ha appoggiato perché voleva per forza che ci fosse il nome di Asiago nella denominazione, mentre oggi non è più necessario. Montagna Veneta non rappresenta nessuna identità per l’Altopiano, il che a noi sembra già una partenza zoppa; un’azione di propaganda, più che uno strumento utile al turismo.”
“Oltretutto negli ultimi tempi stiamo vedendo che anche le Ogd vengono messe da parte a favore di nuove realtà: ce lo insegna la provincia di Verona, che ha abbandonato l’Ogd e sta creando una fondazione tra Comuni ed enti privati, all’interno della quale c’è modo di far girare il sistema turismo con un’altra tipologia economica. Perché quindi andare a riproporre uno strumento già vecchio?”
“Infine, non si è trattato di sedere ad un tavolo di discussione, ma ci siamo trovati davanti alla scelta di aderire o meno ad un pacchetto preconfezionato al quale non abbiamo potuto partecipare.”
Oltre all’esigenza di fare chiarezza, quali sono gli elementi che un domani potrebbero convincervi a lasciare Terre Vicentine per aderire all’Ogd Montagna Veneta?
“Innanzitutto avere delle certezze, ad esempio sul costo e sulla gestione. Dopodiché bisogna considerare che il tutto ci viene proposto da un assessorato il quale, e gli articoli pubblicati negli anni lo testimoniano, ha sempre sparato a zero sul sistema marchio d’area e, non ultimo, l’estate scorsa ha buttato fuori dal proprio ufficio turistico le nostre brochure eventi e quelle di altri due Comuni, sostenendo che non le avrebbe mai distribuite. Lo stesso assessorato oggi chiede di aderire alla loro Ogd. Logico che siamo un po’ prevenuti, quantomeno cauti“, conclude Lunardi.
Enego
“Credo che il problema del territorio vada affrontata in maniera molto importante, dove per territorio intendo tutto l’Altopiano. Adesso come adesso non ho ancora ben capito come sia impostata questa iniziativa, sia a livello di gestione che di costi, ad esempio. Usciamo dall’esperienza passata del marchio d’area al quale sei Comuni hanno aderito, ma che poi si è arenato. Per me tutte le iniziative che coinvolgono l’intero Altopiano meritano appoggio, però è necessario che ci sia chiarezza“, commenta il sindaco Ivo Boscardin.
“La nostra amministrazione sta facendo di tutto per far percepire l’Altopiano come un territorio unico, all’interno del quale il problema di un Comune riguarda anche tutti gli altri, figuriamoci se Enego si mette contro ad un progetto di unitarietà. Quello che non ci è ancora chiaro, tra le altre cose, è il modo in cui verrà promosso il territorio e in che misura verranno coinvolti i paesi periferici. Quali sono le garanzie che verranno sostenute maggiormente le realtà più deboli e marginali? Quando ci saranno le risposte ai nostri dubbi, saremo pronti ad aderire all’Ogd Montagna Veneta.”
Rotzo
“Difficile riassumere in poche righe una non adesione alla Ogd Montagna Veneta, la quale viene da un percorso che è durato anni. Le cose da dire sarebbero tantissime, ma le motivazioni principali sono tre – spiega il vicesindaco Caterina Zancanaro – Innanzitutto, dopo un lungo percorso per il marchio d’area, promosso dal basso, sostenuto dall’Unione Montana, partecipato da decine di stakeholders, con numerosi e affollati incontri anche con relatori del CISET e del calibro di Gian Antonio Stella, che aveva portato all’adesione di tutte le amministrazioni altopianesi, tranne Asiago, di tutte le categorie economiche, inclusi gli albergatori, e di decine di singoli portatori di interesse, si era giunti, affiancati dalla competenza del dott. Stefan Marchioro della Regione Veneto, alla costituzione di un tavolo di coordinamento e di una cabina di regia, entrambi rappresentativi di tutto il territorio. Questo aveva richiesto impegno e sacrificio di tanti, ore e ore di incontri e partecipazione per creare consapevolezza e per far vivere il percorso da protagonisti ai privati.”
“L’obiettivo era che la governance del turismo fosse ampia, partecipata e a maggioranza privata per far sì che gli avvicendamenti amministrativi non influissero su un progetto strategico a lunga scadenza di destinazione turistica unitaria al passo con i tempi. Se se ne fosse quindi rilevata la necessità, l’istanza di uscire dalla Ogd Terre Vicentine per entrare in una nuova Ogd sarebbe stata rivolta alle amministrazioni da quel tavolo di coordinamento, che invece con questa iniziativa voluta da Asiago viene escluso dalla possibilità di essere fautore e protagonista delle scelte del territorio. È quindi in primis per rispetto di tutti i portatori di interesse che al progetto per il marchio d’area hanno partecipato e l’hanno supportato con ore di presenza e sacrifici che noi amministratori di Rotzo non aderiamo.”
“Poi potremmo parlare della totale assenza di contenuti, di strategia, di un piano finanziario. Potremmo parlare di un processo improvvisato e non partecipato dai privati. Di protocolli scopiazzati da altri, di analisi e proposte vecchie già emerse con Aree Interne ben sette anni fa. Ci avevamo messo anni per parlare di “governance della destinazione”, di “marchio d’area”, per favorire la partecipazione attiva dei privati, coinvolgere ogni portatore d’interesse e grazie a tanto impegno questi termini ostici erano diventati usuali anche sulla stampa. Ora si è costituita una nuova Ogd senza che nessuno sappia minimamente di cosa si stia parlando. Perché dunque aderire ad una cosa della vecchia filosofia del “tutto cambi perché nulla cambi”? Anche no. Noi i portatori d’interesse non li prendiamo in giro.”
“Infine, ma come dicevo ci sarebbe tanto altro da dire, nel 2015 dopo l’analisi sull’Altopiano presentata pubblicamente al Millepini dalla società Nomisma, dai giovani altopianesi presenti è emersa chiaramente una volontà di reale cambiamento. Cito testualmente: “Non serve un salvatore, ma un Altopiano apprendista per intraprendere un cambio culturale epocale che parta da chi siamo e arrivi al cosa siamo fino al cosa vogliamo diventare, vedendo in un Altopiano unito, finalmente, un territorio con la giusta forza di dire la sua sulle politiche che lo riguardano direttamente.” Ecco, il marchio d’area andava in quella direzione, restituendo pari dignità ad ogni altopianese, senza Comuni di serie A e Comuni di serie B, dando forza e responsabilità ai singoli imprenditori a fronte di una paritaria visibilità territoriale. Chi non l’ha voluto se ne assuma la responsabilità e non cerchi di coinvolgerci in una fumosa e inutile scappatoia“, conclude Zancanaro.
La replica di Asiago
L’assessore Nicola Lobbia, ideatore e promotore della nuova Ogd Montagna Veneta, ha replicato in maniera dura alle parole espresse dai rappresentanti dei tre Comuni non aderenti.
“È un percorso che mette al centro la libertà di scelta e ogni scelta va rispettata. Nel merito posso considerare le parole del Vicesindaco di Gallio, parole che celano una mancata presa visione dei documenti elaborati in varie riunioni e concordati anche in loro presenza, nei quali potrebbe trovare risposta ad ogni sua legittima domanda. Non entro nelle polemiche degli errori del passato, tutti ne abbiamo commessi, me compreso e non ho alcuna difficoltà a riconoscerli, ci mancherebbe! Se può essere d’aiuto per superare le ruggini e i personalismi del passato e favorire una sua più oggettiva comprensione delle opportunità che di fatto verrebbero negate agli operatori di Gallio, dico al Vicesindaco Lunardi che sono disponibile ad un incontro chiarificatorio per voltare pagina e scrivere assieme un nuovo corso”, commenta Lobbia in riferimento alle dichiarazioni del Vicesindaco di Gallio.
“Trovo molto onesto il ragionamento espresso da Ivo Boscardin che, da buon padre di famiglia, pone una domanda molto importante chiedendo quali saranno le maggiori garanzie per le realtà che sono più deboli e marginali. Domande legittime che inevitabilmente Boscardin dovrà scegliere di portare al tavolo di Terre Vicentine, sviluppando progetti rispondenti al sistema tematico delle Città d’arte, oppure all’Ogd territoriale Montagna Veneta, sviluppando assieme a noi le strategie di destinazione che mettono al centro le difficoltà e le necessità da lui denunciate delle realtà più deboli e marginali di montagna, sviluppando politiche che mirano alla riemersione delle potenzialità turistiche delle stesse comunicandole all’interno di una piattaforma democratica unitaria e partecipata, autentica espressione dell’Altopiano dei sette comuni.”
“Non trovo invece utile commentare le considerazioni espresse del vero soggetto politico di Rotzo, che certamente in campo turistico non risponde al nome di Lucio Spagnolo né tantomeno a quello di Caterina Zancanaro, semplice portavoce del suo compagno. Da tempo leggiamo le sue considerazioni sui social, parole che hanno cercato di avvelenare il cuore di un comunità, sedimentandosi nella memoria e lasciando un marchio indelebile. Non so come interpretare il silenzio da parte del primo cittadino al quale più volte ho chiesto spiegazioni. Temo che il suo silenzio avvalori le posizioni espresse quotidianamente contro il nostro operato e ne sono dispiaciuto, prima come amico e poi come amministratore, ma ne prendo atto e vado avanti. Continueremo ad operare con serena onestà in questo percorso volto alla costruzione di un modello unitario sovracomunale per la gestione e organizzazione della nostra destinazione turistica, aperto a tutti i soggetti pubblici e privati dell’Altopiano dei sette comuni”, conclude l’assessore Lobbia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Siamo presenti anche su TELEGRAM, iscriviti al nostro gruppo per rimanere aggiornato e ricevere contenuti in esclusiva: https://t.me/settecomunionline