“Abbiamo inviato una nuova diffida al Ministero per lo Sviluppo Economico perché il ritardo sulla realizzazione della rete di banda ultra larga del progetto da 320 milioni di euro approvato dall’allora Governo Renzi del 2016 è un’assurdità alla quale bisogna porre fine. La rete va completata più rapidamente possibile e a pagare non devono essere i cittadini e le imprese che fino ad oggi non hanno potuto usufruire di una infrastruttura indispensabile per la vita di ogni giorno”.
Così l’assessore regionale allo sviluppo economico Roberto Marcato al convegno promosso dalla CGIL SLC Veneto dal titolo “Assalto alle telecomunicazioni” svoltosi ieri mattina a Mestre ha annunciato di avere inviato una nuova diffida al MISE al rispetto degli impegni contrattuali in quanto sottoscrittore dell’Accordo di Programma per lo Sviluppo della banda ultra larga per il ritardo rispetto ai tempi di realizzazione della rete nei Comuni del Veneto rientranti nelle cosiddette aree bianche.
L’assessore ha ripercorso la vicenda dei ritardi legati alla realizzazione della rete di banda ultra larga in Veneto per la quale erano previsti 320 milioni di euro di finanziamenti del MISE più 80 ulteriori milioni messi a disposizione dalla Regione del Veneto, nel corso della tavola rotonda dedicata al tema della necessità di una governance pubblica del settore TLC e dello sviluppo della banda ultra larga per superare il digital divide tra i cittadini e mettere in condizione le imprese locali di competere a livello globale.
“Abbiamo inviato questa nuova diffida perché non sono stati rispettati i termini contrattuali che prevedevano il completamento dell’opera entro il 2020 e non lo saranno nemmeno entro il 2022, ultima scadenza data dall’azienda appaltante – conclude Marcato -. Ribadisco per l’ennesima che è inaccettabile. Il modello economico e produttivo del Veneto ha bisogno di una infrastruttura digitale, oggi più che mai vitale. E qualcuno deve rispondere di queste inadempienze, ma soprattutto deve far modo che la rete sia completata prima possibile”.
C. stampa Regione Veneto
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