Il Consiglio regionale del Veneto ha approvato con 37 sì e 9 voti contrari il programma strategico triennale per il turismo del Veneto.
Il programma di pianificazione disegna lo scenario dell’offerta turistica fino al 2024, gli obiettivi e le strategie dell’azione regionale, le linee di intervento in relazione ai flussi, le misure necessarie per migliorare la competitività del settore, gli strumenti per valutare i risultati economici e occupazionali. “Si tratta di un programma-quadro, che dovrà poi essere dettagliato nei piani annuali di intervento, alla luce anche dell’evoluzione della crisi pandemica e dei contraccolpi sullo scenario economico e internazionale del conflitto russo-ucraino – ha premesso il relatore Marzio Favero (Lega-Lv) – Il programma triennale può essere paragonato ad un algoritmo, perché non delinea obiettivi specifici, ma il quadro complessivo e le coordinate nel quale il comparto dovrà evolvere. Questo è un documento di indirizzo, che contiene una filosofia di intervento, secondo un approccio flessibile”. Le caratteristiche-chiave con cui è stato costruito il programma strategico veneto sono la compartecipazione di tutti gli attori coinvolti; la programmazione ‘in progress’; il carattere unitario, che coinvolge tutto il sistema del turismo veneto, dalle Camere di commercio alle Organizzazioni di gestione delle destinazioni, ai Consorzi di promozione turistica, con un approccio intersettoriale. Tra le linee strategiche di azione il documento indica il marketing, la formazione degli operatori, la rete dei portali dell’accoglienza degli uffici Iat e degli Infopoint, la promozione di una comunità accogliente, l’interconnessione tra turismo e cultura.
Il comparto turistico sta vivendo una grande crisi di trasformazione, ha ricordato Favero, nel 2020 da 1,4 miliardi di arrivi nel mondo si è passati a meno di 400 milioni. Un vero e proprio tracollo che ha colpito anche il sistema veneto, prima regione turistica d’Italia.
Il programma strategico – ha ricordato Favero – tiene conto dei cambiamenti di scenario, causati dalla crisi pandemica mondiale e ora dai venti di guerra: crollo del turismo congressuale, più turismo ‘fai da te’ e low-cost, forte integrazione tra turismo, servizi, mondo agricolo e mondo industriale. Anche le imprese, vedi gli outlet, vanno considerate infatti come fattori di attrazione turistica. “Il programma triennale – ha sintetizzato il relatore – pone attenzione a nuove offerte turistiche e nuovi prodotti, in coerenza con la realtà di un Veneto policentrico”.
Di documento ‘fortemente inadeguato” ha parlato la correlatrice Vanessa Camani, vicepresidente del Pd: “Il turismo è uno dei settori più colpiti dalla pandemia e ora dal dramma della guerra in Europa: per questo va radicalmente ripensato. L’andamento occupazionale nel comparto turistico ha messo in luce la fragilità dell’economia turistica e la conseguente vulnerabilità dei settori collegati. Ma il programma strategico 2022-24 dedica solo 4 pagine su 44 alle linee di intervento per il sistema turistico del Veneto; il resto sono pagine di pura analisi del contesto. Manca una vera proposta di politiche pubbliche, manca il coordinamento con le risorse comunitarie e con il Pnrr, nè compare una dimensione sociale e ambientale della sostenibilità. Anche sul fronte dell’innovazione tecnologica e della qualificazione del personale mancano precise linee di indirizzo”.
Critiche al programma sono arrivate anche da Elena Ostanel del Veneto che Vogliamo (“documento ipergenerico, senza orizzonti temporali e senza specificità territoriali”) e da Arturo Lorenzoni (gruppo misto), che ha sostenuto che il programma non sia calato nella realtà veneta e ignori gli indicatori su arrivi, flussi, destinazioni e prestazioni. Di opposta opinione invece Joe Formaggio (FdI): “Il sistema turistico veneto è fatto di piccole imprese e non ha bisogno di un piano analitico di dettaglio, bensì di meno vincoli e meno burocrazia. Quaranta pagine sono anche troppe”.
Un plauso all’operato dell’assessorato e al “metodo aperto e partecipativo” adottato è arrivato da Enoch Soranzo (FdI). “Da operatore del settore – ha precisato – trovo che questo programma induca tutti i diversi attori a fare sistema e dia la possibilità di aggiornare in itinere previsioni e interventi, azionando tutte le leve necessarie”.
“Il programma strategico nasce da una scelta politica condivisa con il territorio e con tutti i portatori di interesse”, ha spiegato l’assessore al turismo Federico Caner, che non ha nascosto lo stupore di fronte alle critiche giunte delle opposizioni. Caner ha difeso l’interconnessione del nuovo piano con i programmi operativi delle risorse comunitarie, l’attenzione pianificatoria alla capacità del territorio di mettersi in rete e la valorizzazione della svolta digitale. “In questo momento di forte trasformazione non avrebbe avuto senso fare un piano di dettaglio – ha replicato in chiusura – Abbiamo privilegiato un approccio sintetico, di visione, flessibile nella sua applicazione”.
Fonte C. regionale Veneto
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