Il Comune di Asiago ha accolto la proposta dell’Organizzazione Nazionale Assaggiatori Formaggi, che dal 1989 si adopera per diffondere la cultura casearia e promuovere i prodotti di qualità attraverso l’insegnamento della tecnica di assaggio dei formaggi, e si candida per diventare una “Città del Formaggio”.
“L’Amministrazione Comunale di Asiago, il Consorzio Tutela Formaggio Asiago assieme al Caseificio Pennar da sempre sono impegnate nella promozione del territorio attraverso la valorizzazione del formaggio Asiago – ha dichiarato l’assessore Nicola Lobbia – realizzando eventituristici come ‘Made in Malga’, oppure contenutipromozionali televisivi e attivando campagne social media, favorendo il percorso della sostenibilità ambientale con le certificazione dei pascoli e la candidatura delle malghe dell’altopiano a patrimonio Unesco. In qualità di destinazione turistica e di luogo d’origine di questo eccezionale prodotto, siamo chiamati ad adottare politiche di promozione che consentano di competere attivamente con altri paesi e regioni da tempo così organizzate. Proporre il nostro territorio attraverso l’eccellenza dei nostri prodotti e vendere i nostri prodotti conservando il nostro ambiente è la nostra missione, un vero ed unico impegno di comunità. Pertanto – conclude Lobbia – la candidatura di Asiago Città del Formaggio deve essere considerata come una tra le tante azioni di promozione utile a rafforzare e a consolidare la notorietà di un marchio che da sempre riflette l’eccellenza di questa terra“.
Gli obiettivi dell’Onaf, che assegna questo particolare riconoscimento, sono riassunti nel “Manifesto in difesa della qualità riconoscibile dal gusto”, documento nel quale l’Associazione ribadisce con forza l’importanza del gusto tra i parametri grazie ai quali si deve riconoscere la qualità di un formaggio.
Fin dalla fondazione, l’organizzazione ha saputo ritagliarsi uno spazio importante nel settore agroalimentare e divenire una voce obiettiva e autorevole, grazie alle innumerevoli iniziative che, insieme con i corsi, hanno contribuito alla tutela e alla valorizzazione delle produzioni casearie di qualità. Ultima in ordine di tempo è stata proprio l’istituzione dell’Albo delle “Città del Formaggio”. In trentadue anni ha formato circa 15mila assaggiatori e ad oggi è presente in quindici regioni italiane con 38 delegazioni.
Scopo dell’iniziativa è l’individuazione di Comuni che siano culturalmente ed economicamente sede di produzioni casearie e di eventi promozionali per il settore, rilevanti nel proprio contesto sociale. Ogni delegazione Onaf può ogni anno proporre al Consiglio direttivo nazionale un Comune per l’attribuzione del titolo, con precisa motivazione relativa alla scelta.
L’obiettivo dell’Onaf è che questa iniziativa possa rivelarsi utile, contemporaneamente, al settore lattiero-caseario e ai Comuni proclamati “Città del Formaggio”. È suggestivo e nello stesso tempo realistico immaginare che il turista sia invogliato a visitare un determinato Comune e a soggiornarvi dopo aver notato il pannello che ne sancisce l’appartenenza al circuito delle “Città del Formaggio”.
Il Comune nominato, mediante atto sottoscritto dal Presidente nazionale Onaf e dal Sindaco del Comune con protocollo comunale, riceve la denominazione Onaf di “Città del Formaggio” per un determinato anno solare.
Il Comune, al fine del mantenimento della presenza nell’Albo, si impegna ad organizzare, nell’anno di nomina e poi con continuità negli anni successivi, almeno un evento legato ai formaggi e aperto al pubblico al cui svolgimento potranno eventualmente partecipare le Delegazioni Onaf.
L’Onaf consegnerà al Comune un pannello segnaletico turistico da installare all’ingresso del proprio territorio e che potrà essere utilizzato anche nella comunicazione web e cartacea.
La proclamazione con consegna della segnaletica avverrà durante una cerimonia alla presenza di rappresentanza Onaf e del Sindaco.
Il prestigioso Albo delle “Città del Formaggio”
Anno 2020
– Santo Stefano Quisquina (Provincia di Agrigento, Sicilia) dà il nome ad un noto formaggio Pat. Ospita aziende che trasformano il latte di animali che vivono nei suggestivi pascoli dei Monti Sicani. La produzione casearia è parte integrante della cultura locale ed infatti il Comune organizza ogni anno una sagra dedicata al formaggio.
Anno 2021
– Bergamo (Lombardia) è capoluogo della provincia che, a livello europeo, conta il maggior numero di formaggi Dop, oltre a numerose Pat e altri formaggi. La città ha ottenuto dall’Unesco riconoscimento per il patrimonio storico-culturale legato alla produzione di formaggio, che occupa un ruolo fondamentale nell’economia bergamasca. Dal 2015 ospita “Forme”, manifestazione dedicata all’arte casearia italiana d’eccellenza.
– Bracciano (Provincia di Roma, Lazio) e la zona intorno all’omonimo Lago sono sede di una nutrita comunità di allevatori e casari. Alcuni di loro hanno fondato l’Associazione Formaggi Storici della Campagna Romana con lo scopo di riportare in vita formaggi di cui si erano perse le tracce e hanno svolto un importante lavoro sulla qualità del latte crudo, sui coagulanti vegetali (in particolare quello ottenuto dai fiori del cardo selvatico) e sulla stagionatura naturale in grotte di tufo. Sono così rinati formaggi come il Pressato a mano e il Caciofiore di Columella, considerato antenato del Pecorino Romano.
– Novara di Sicilia (Provincia di Messina, Sicilia) è storicamente sede di una nutrita comunità di allevatori e casari. Prodotto di punta del territorio è il Maiorchino, formaggio a latte ovi-caprino. A questo formaggio il Comune dedica ogni anno una sagra, durante la quale tra l’altro le forme di Maiorchino vengono utilizzate per il lancio della “ruzzola” in sostituzione del disco di legno usato solitamente per questo gioco su altre piazze.
Il video del Presidente dell’ONAF, Pietro Carlo Adami
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