“Il Governo risponde all’aumento dei prezzi dei carburanti, dovuto al ripristino delle accise piene, penalizzando ancora una volta i gestori di impianti stradali di carburanti, categoria già di per sé oberata di adempimenti burocratici. Che non ci sia stata speculazione sui prezzi è palese e certificato dagli stessi ministeri competenti, quindi perchè questi ulteriori obblighi imposti alla categoria? Li riteniamo ingiustificati, ingiustificabili e difficili da comprendere, a cominciare dall’esposizione del cartello con il prezzo medio nazionale che, oltretutto dà un’informazione fuorviante al consumatore, poiché mette assieme situazioni territoriali e di mercato molto diverse tra loro. La pazienza è finita e come Figisc Confcommercio nazionale stiamo già intervenendo nelle sedi competenti”.
Così Eugenio Volpato, presidente provinciale della Figisc-Confcommercio di Vicenza commenta il decreto sulla trasparenza del prezzo dei carburanti varato ieri sera dal Consiglio dei Ministri. Una norma che si aggiunge ad altri adempimenti sulla trasparenza già imposti solamente alla categoria dei benzinai e che, quando entrerà in vigore, obbligherà tra l’altro gli operatori ad esporre il prezzo medio giornaliero nazionale, inasprendo poi le sanzioni amministrative in caso di violazione degli obblighi di comunicazione e pubblicità dei prezzi.
Il provvedimento arriva in risposta alle polemiche dei giorni scorsi sugli aumenti dei prezzi dei carburanti successivi allo stop dello sconto sulle accise. “Abbiamo in questi giorni assistito ad una girandola di prese di posizione che adombravano azioni speculative da parte dei distributori di carburanti – è il commento del presidente Volpato -. Eppure basta fare due conti per capire che nulla di tutto questo sta accadendo. “Prezzo Italia”, che è una rilevazione settimanale governativa, ha certificato che nella media dei prezzi dal 1° gennaio all’8 gennaio, il carburante è aumentato, rispetto alla precedente rilevazione, di 0,168 euro/litro per la benzina e di 0,160 euro/litro per il gasolio, ossia in misura minore dell’aumento dell’accisa ivata, pari a 0,183 euro/litro. Insomma gli incrementi dei prezzi rispecchiano, di fatto, l’impatto della reintroduzione delle accise. Dove sta la speculazione allora?”.
C’è poi da sottolineare che il prezzo praticato dal distributore di carburante è determinato, nella sostanza, dalla compagnia petrolifera tramite l’indicazione dei prezzi raccomandati, dai quali il gestore difficilmente si discosta. “E soprattutto va detto – continua il presidente di Figisc-Confcommercio Vicenza – che il gestore, a prescindere da qualsivoglia quotazione finale applicata, percepisce un compenso fisso lordo pari a circa 3/3.5 centesimi di euro al litro. Anche in questo caso, dunque, non si vede quale speculazione sia possibile”.
Tanto più che un prezzo alto della benzina e del gasolio danneggia i gestori stessi. “Se il rifornimento costa di più – spiega il presidente Volpato – giocoforza i consumi si contraggono, e dunque anche i guadagni. Inoltre, a parità di introiti, ogni operatore si trova a sostenere, con grosse difficoltà, un’esposizione finanziaria maggiore nel momento dell’acquisto del prodotto con il rischio che una conseguente diminuzione delle vendite dilati il tempo di rientro del capitale. Senza considerare, poi, l’aumento degli oneri bancari per tutti i pagamenti con moneta elettronica, visto che le commissioni si calcolano sull’importo transato. Per tutti questi motivi nessun operatore assennato ritoccherebbe in alto i prezzi in modo sconsiderato, tanto più che, se guardiamo alle strade del Vicentino il territorio è ben servito e chi dovesse fare il furbo finirebbe immediatamente fuori mercato rimettendoci di tasca propria. Gli impianti autostradali hanno invece una loro specifica dinamica legata alla tipologia del servizio offerto h24 e alle royalties dovute dai concessionari”.
C.s Confcommercio
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